Zaniolo, il campionato non decolla? C'è l’Europa per dribblare le critiche

Zaniolo, il campionato non decolla? C'è l’Europa per dribblare le critiche
 La vetrina non è delle migliori. Campo rovinato dalla neve, Cska Sofia già eliminato, avversari dei quali si conosce poco e nulla, se non per il 5-1 rifilato...

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 La vetrina non è delle migliori. Campo rovinato dalla neve, Cska Sofia già eliminato, avversari dei quali si conosce poco e nulla, se non per il 5-1 rifilato all’Olimpico lo scorso 16 settembre. Zaniolo e Abraham, però, non possono permettersi di fare gli schizzinosi. Hanno bisogno di giocare e segnare per dribblare qualche mugugno che inizia a levarsi nei loro confronti. Soprattutto Nicolò fa parlare. L’affondo di Arrigo Sacchi nei giorni scorsi («Deve imparare a giocare in 11»), reiterato dai consigli di Zibì Boniek («Deve trovare un ruolo più ‘pulito’ e capire che non può cercare sempre la giocata individuale ma soprattutto lo scontro fisico. Lui non prova a scappare con la palla ma a prendere il fallo. E alla lunga si perde») non sono passati inosservati. Probabilmente averlo visto così esplosivo, già in estate, ha fatto dimenticare un po’ a tutti che il ragazzo arriva da due infortuni ai crociati. Ci vuole quindi tempo e questa altalena nelle prestazioni è normale. Lo è meno, invece, il fatto che a 22 anni ancora si discuta su quale ruolo gli si addica. Mourinho attualmente lo vede seconda punta, altri mezzala, c’è chi invece ritiene che sulla fascia possa ricevere meno colpi e sfruttare maggiormente il suo estro. Il dibattito è aperto. Quello che è certo è che il rendimento di Nico ancora fatica a decollare. Zaniolo non è presente in nessuna delle classifiche top 20 della Lega di serie A. Né alla voce gol (0), tantomeno in quella degli assist (0), appena fuori da quella delle conclusioni (è 21° con 32), lontano (168° con 43) in quella dei recuperi (43), lontanissimo in quella dei chilometri percorsi (è 184° con una media di 9,051). La sua chioma bionda compare soltanto alla voce falli subiti. Non siamo ai livelli di consigliare, come ha fatto José, di andare a giocare all’estero, ma comunque Nicolò è ampiamente nella top 10, dietro Vlahovic, Frattesi, Bonazzoli, Joao Pedro, Svanberg, Ricci, Mario Rui, Nico Gonzalez e alla pari con Berardi (30). 

L’ASSO DI COPPA 


Questa sera vuole lasciare il segno. Anche perché lunedì, in virtù dell’ammonizione rimediata (e cercata) contro l’Inter, salterà il personale derby contro lo Spezia, città che lo ha adottato da tempo. Quella con il Cska Sofia, potrebbe quindi diventare un’occasione per affinare il feeling con Abraham. Anche dall’inglese ci si aspetta molto di più. Probabilmente il debutto contro la Fiorentina aveva illuso un po’ tutti. Ora Tammy sta trovando delle difficoltà. Che si giochi ad una o due punte, fatica a segnare con continuità. La qualità non è in discussione ma la mancanza di “killer instinct” fa discutere. In campionato è fermo a 4 reti (un gol ogni 322 minuti). Le stesse della Conference ma in 5 partite (una rete ogni 58 minuti). Per andare avanti nella competizione europea e soprattutto risalire in campionato, servono i suoi gol. E per questo avere Zaniolo vicino non può che giovargli. Tammy ha bisogno di essere più cinico sotto porta, Nicolò di completare un percorso che Totti iniziò alla soglia dei 30 anni: insieme possono aiutarsi a vicenda. Il mix di gioventù, freschezza, qualità tecniche e strapotere fisico dei due, è la base sulla quale costruire la coppia. Per il presente e il futuro.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero