Doping, la Wada indaga su cinque casi sospetti tra i nuotatori cinesi

L'atleta cinese Ye Shiwen
La Wada indaga su cinque casi di positività al doping nel nuoto cinese che sarebbero stati coperti dalle autorità locali. L'agenzia mondiale antidoping ha...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La Wada indaga su cinque casi di positività al doping nel nuoto cinese che sarebbero stati coperti dalle autorità locali. L'agenzia mondiale antidoping ha confermato in un comunicato che sta «esaminando» le informazioni che le sono state girate dal Times su «richiesta di informatori anonimi».


È stato infatti il quotidiano britannico a rivelare l'esistenza dei cinque presunti casi di doping, riscontrati in controlli effettuati tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 e a quanto pare nascosti prima dei trials olimpici che si disputeranno in Cina ad aprile. Dal suo canto, l'agenzia mondiale antidoping spiega che «sta raccogliendo le informazioni rilevanti e monitorando la situazione da vicino; in particolare le mosse della Fina e delle relative autorità antidoping cinesi».

«Va notato -sottolinea la Wada- che ci sono regole chiare e specifiche per la comunicazione pubblica di violazioni del regolamento antidoping che sono stabilite dal codice mondiale e che tutti i firmatari devono seguire». L'agenzia mondiale antidoping riferisce anche delle «preoccupazioni manifestate dagli informatori», che non hanno potuto contattare direttamente l'agenzia mondiale in quanto sorvegliati. In merito alle altre rivelazioni del Times, in particolare quelle relative a «un coach sanzionato che potrebbe ancora allenare in Cina», la Wada spiega di avere chiesto al quotidiano britannico di fornire le prove delle accuse e che nel frattempo «sta discutendo la questione con la Fina e le autorità antidoping cinesi». «La Wada -si legge ancora nella nota- è al lavoro per raccogliere tutti gli elementi di prova pertinenti e su questa base agirà rapidamente per proteggere i diritti degli atleti puliti».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero