Spettacolo Italia al Centrale del Foro Italico: il Brasile si arrende al tie break

Spettacolo Italia al Centrale del Foro Italico: il Brasile si arrende al tie break
L’Italia ha battuto il Brasile al tie break dopo due ore e mezza di gioco sul Centrale del Foro Italico. Partita della World League che domenica verrà ripetuta a Firenze, al...

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L’Italia ha battuto il Brasile al tie break dopo due ore e mezza di gioco sul Centrale del Foro Italico. Partita della World League che domenica verrà ripetuta a Firenze, al Pala Mandela, terminata 3-2 (26-24, 21-25, 25-18, 17-25, 16-14). Felicità per uno spettacolo unico in un contesto he lo è ancora più: il Centrale del Foro Italico che ha ospitato più di 11 mila spettatori per una autentica festa. E’ stata una notte d’amore con la pallavolo con una partita da ascoltare più che da vedere che gli azzurri hanno fatto loro al quinto set.


Ha vinto l’Italia al tie break con l’ultima palla, una matta raccolta e messa a terra da Luca Vettori dopo l’ace di Birarelli e dopo avere annullato una palla match ai rivali. Una conclusione bellissima, al termine di una partita, anzi di una favola a lieto fine, che gli azzurri di Mauro Berruto volevano vincere qui, in questo Centrale dove si gioca all’aperto con tanta musica e l’immancabile Azzurro di Adriano Celentano.

Gli uomini di Mauro Berruto ci hanno creduto nel primo set l’Italia mostrando il muro e la ricezione, le chiavi del successo azzurro. Dopo il primo set, il Brasile ha cercato subito il riscatto riequilibrando la sfida. La ricezione dell’Italia (82%), la grande voglia di combattere, i punti di Vettori, l’aggancio sul 12-12 prima di tornare in vantaggio. Ma non era mica finita: il Brasile era pronto a ripartire, a correre veloce e non mollare. Il quarto set ha visto un cedimento vistoso dei nostri, De Souza ha dato la carica, male la ricezione e l’attacco in quel frangente. Una flessione prevedibile prima del set della verità, il tie break giocato senza timore, con la voglia di meritarsi la partita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero