La Virtus Roma vuole rilanciarsi Attilio Caja in arrivo sulla panchina

Attilio Caja
Il mondo della Virtus cerca una nuova dimensione aspettando l'esordio di un altro corso. Cerca un vestito nuovo e facce diverse per essere simpatica e catturare il piacere di...

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Il mondo della Virtus cerca una nuova dimensione aspettando l'esordio di un altro corso. Cerca un vestito nuovo e facce diverse per essere simpatica e catturare il piacere di andarla a vedere giocare. Domenica al Palazzetto arriva Casalpusterlengo: è la quinta partita del campionato di A2 e l'Acea non ha ancora un punto in classifica. Sulla panchina di Roma è possibile un avvicendamento perché in casa della Roma dei canestri le cose non vanno bene. Guido Saibene sembra essere sul punto di lasciare la guida della squadra e non certo per lo screzio di mercoledì sera durante l'allenamento con Leonzio. Le ragioni sembrano essere di più quelle di un feeling mai sbocciato per davvero con il gruppo.


Potrebbe arrivare Attilio Caja e per lui sarebbe un esordio per modo di dire perché Caja a Roma è di casa: è come se dalla Virtus lui non fosse mai andato via anche se l'ultima volta che l'ha guidata risale al campionato 2002 con l'allora Wurth. Ma se parli di Roma a Caja, da sempre, lo senti coinvolto come pochi.

Si riparte cercando entusiasmo e, soprattutto, di aprire la finestra sul futuro. Claudio Toti, il patron del club, in estate ha iscritto la Virtus in A2. Un errore? Certo, perché da questo torneo diventa un'impresa risalire e oggi non è più tempo di acquistare un titolo ma Toti pochi mesi fa si è sentito solo. È stata, la sua, una scelta sofferta ma nessuno si è avvicinato al club e per nessuno intendiamo sponsor importanti per garantire quel bilancio di cui ha necessità un club di serie A.

La decisione di scendere in A2 è stata presa perché Toti vuole amministrare con oculatezza il bilancio senza azzardi ha fatto sì che la squadra per questo campionato sia stata allestita con quello che si è trovato sul mercato che era, però, in evoluzione. Bisognava, quindi, prendere quello che c'era: non si poteva fare diversamente nelle scelte. Ecco perché non c'è un centro vero e neppure un tiratore in grado di penetrare e giocare l'uno contro uno e giocatori non giovani.

LA CADUTA IN A2
A Roma, adesso con la Virtus in A2 e che non vince neppure, il basket è im ombra. Non è mica facile avere attenzioni nella Capitale dove si guarda allo sport di livello. Qui non vengono più a giocare Milano o Bologna, Sassari o la novità Reggio Emilia. Quasi all'improvviso, il patron si è accorto che qualcosa non va e sembra essere deciso a cambiare rotta. Guido Saibene potrebbe lasciare e rimaniamo convinti che l'attuale allenatore non pagherebbe affatto lo screzio con il giovane Leonzio, screzio grave ma ingigantito.

Saibene, se andrà via, sarà perché la società vuole dare una scossa all'ambiente per tentare di dare entusiasmo. In estate Toti aveva pensato a Marco Calvani, che ha rifiutato la panchina. Non aveva sondato Attilio Caja perché il coach pavese stava percorrendo un'altra strada. Adesso il patron, che qualche giorno fa ha parlato del progetto basket a Roma con la voglia di costruire un palazzetto, sta riflettendo sulle prossime mosse.

Tra le riflessioni, ci sarebbe quella di chiamare Caja. È questo il Toti che piace. L'importante, per ripartire nel modo giusto sapendo che questo sarà un anno di transizione, un anno per capire e costruire in vista della stagione prossima, sarà gettare le basi per il futuro con una bella programmazione che, tradotto, vuole dire prendere un coach e garantirgli un contratto pluriennale.

Se sarà Caja, poi, sarà un valore aggiunto la sua grande conoscenza della realtà del basket romano.

ROSTER DA RIVEDERE
La Virtus latita, questo non lo si può negare. Un grande patrimonio sportivo è stato disperso: una squadra di livello, l'Eurolega visto che Roma aveva la licenza, un palazzo come quello dell'Eur da riempire non ci sono più. Purtroppo si è dovuto pensare in piccolo perché mancavano i soldi. Un peccato, perché Toti ha investito sempre molto raccogliendo non poco ma nulla, pagando errori di gestione e una scarsa programmazione.


Adesso ricostruire non sarà facile perché la A2 è un campionato difficile, ma occorre ripartire. Per quanto riguarda la squadra, con il mercato obbligato dalle regole, la prima mossa sembra quella del taglio di Olasewere anche se il sostituto non è stato individuato: servirebbe un tiratore ma poi mancherebbe un uomo d'area. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero