Vicky Piria, una walkiria al volante: "Daremo spettacolo in nome di tutte le donne"

Vicky Piria, una walkiria al volante: "Daremo spettacolo in nome di tutte le donne"
Vittoria “Vicky” Piria, milanese ventisettenne, padre italiano e madre inglese è una bella ragazza da 1 metro e 75 con tanti interessi. Viene considerata anche...

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Vittoria “Vicky” Piria, milanese ventisettenne, padre italiano e madre inglese è una bella ragazza da 1 metro e 75 con tanti interessi. Viene considerata anche una influencer di alto livello. Ma la sua passione è l’automobilismo e di conseguenza anche la velocità. Da bambina aveva praticato l’equitazione, ma da quando, a 8 anni, provò il kart del fratello, non ha più lasciato il volante. Ed è stata una delle prime a qualificarsi per le Women Series.


Quanta emozione essere di nuovo in pista e partecipare a un campionato importante?
«È bellissimo, dopo un periodo come questo così difficile, un po’ per tutti, tornare a fare quello che si ama è speciale. In più è eccitante essere fra le protagoniste di un campionato in un certo senso rivoluzionario, è un onore. Portare tante pilote a gareggiare accanto al mondo della Formula 1 è un cambiamento importante non solo per noi ragazze ma per tutte le donne del mondo. Inimmaginabile un po’ di tempo fa».
Avrai delle compagne e avversarie molto forti, come la Chadwick che si è imposta nel campionato del 2019.
«A dire il vero penso che siamo tutte brave, per essere lì, abbiamo passato una selezione. Siamo al top e rappresentiamo anche il nostro mondo. Lei è formidabile e anche se è molto giovane ha tantissima esperienza. Il livello è comunque alto per l’intero gruppo di iscritte».
Guiderete le Taatus. Sarà molto impegnativo considerato che permettono accelerazioni bruciati e velocità elevate...
«Non basterà il talento per sfruttarle al meglio. Sarà dura gestire anche lo sforzo fisico e la sfida ravvicinata con rivali che guidano esattamente la stessa macchina. Tanto carico aerodinamico, sono auto complete anche complesse. Decisivo l’impegno nella messa a punto degli assetti con i nostri tecnici. Ma sono contenta perché le difficoltà che incontreremo ci daranno il modo di prepararci per affrontare altre formula, magari superiori».
Il fatto di correre anche su qualche pista sconosciuta potrà rappresentare un ulteriore problema?

«Uno svantaggio. Per fortuna conosco qualche circuito, come Silverstone, Spa e il Red Bull Ring. Ma altri come quelli di Austin e il Messico, sarà fondamentale lavorare al simulatore. Dovremo sfruttare bene questi mesi invernali, visto che il campionato comincia a giugno, per prepararci bene. Faremo dei test prima a Valencia. Non so quando, ma non vedo l’ora di mettermi in macchina. Paura? No, non esiste. Forse solo quella di deludere se stessi. Obiettivo? Dare il meglio». C’è una parola del futuro che Vicky non vuole sentire pronunciare: guida autonoma.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero