Altro calo nel finale. Come contro la Fiorentina. Anzi, di più: sarebbe meglio definirlo tracollo, sia mentale che atletico. In venti minuti, il Torino di Mazzarri butta a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI LA CRONACA
Quello 0 a 3 del Torino nasceva, insomma, dalla scarsa lucidità dei padroni di casa contrapposta al buonissimo dettato granata: nel primo gol di Ansaldi, la capacità di contrapporre il giro palla alla pressione di quelli di Juric, nel secondo di Berenguer le fiammate che Mazzarri stesso chiede. Anche il Verona, fisicamente, non sta benissimo. S’era già notato a Bergamo, sette giorni fa, e la prima parte di questa partita lo dimostra: facendo poco turnover, Juric, col suo gioco tutto fuoco e pressing, ha chiesto fin qui molto ai suoi e la sosta (pur con la nota negativa di Amrabat, che salterà la Lazio per squalifica alla ripresa del campionato) casca a pennello. Va detto: mai, fin qui, una squadra era parsa dominante come il Toro, al Bentegodi. Poi, come detto, quel blackout. Tre reti in un quarto d’ora, per il Verona. Con Juric, al contrario di Mazzarri, ad azzeccare tutti i cambi: mentre di là si rivedeva Belotti, ecco Pazzini (primo gol stagionale), Verre, Stepinski (sbloccatosi anche lui), rimonta firmata da loro, pungiglioni di un Verona destatosi quando tutto pareva perso. In classifica, Toro a 21 punti, Hellas a 19: ride il Verona, finisce invece in castigo un Toro ancora lontanissimo dalla miglior versione di sé.
LEGGI LA CLASSIFICA
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero