L'aspirina da tre punti, presa contro il Genoa mercoledì sera, ha avuto un effetto molto più rinvigorente di quanto si possa pensare. La Lazio non è ancora guarita, è...
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DI TABÙ IN TABÙ
Quasi una costante per la Lazio che in questo inizio di campionato ha rimediato solo figuracce lontano dall'Olimpico, dove, invece, ha sempre vinto. Se poi si unisce al mal di trasferta il sortilegio dello stadio del Verona ci sono pochi motivi per sorridere. Quella di questo pomeriggio sarà la sfida numero 41 tra le due squadre. Il bilancio vede i capitolini in vantaggio per 13 a 11, 16 invece i pareggi. I veneti però dominano in casa dove si sono imposti 9 volte, hanno perso in 2 circostanze e pareggiato le altre 9. L'ultimo precedente risale alla scorsa stagione con l'1-1 firmato da Lulic e da Toni su rigore. Il dato che più preoccupa però è che la Lazio non espugna il Bentegodi dal 1991, quando decise il match una doppietta di Riedle. L'ultimo successo dei gialloblù è il 4-1 con cui la squadra di Mandorlini superò nel dicembre 2013 quella dell'ex tecnico biancoceleste Petkovic.
GIULIETTA
Insomma conquistare Giulietta non sarà cosa da poco, ma vietato arrendersi. Soprattutto perché la Lazio potrà contare sul suo ”Principito”. Biglia ha recuperato e Pioli, per sua stessa ammissione lo schiererà titolare: «Giocherà dal 1' minuto. È un rientro che ci darà qualcosa in più anche dal punto di vista della presenza in campo. Sappiamo tutti quanto è importante per questa squadra, il suo peso e le sue qualità». Il tecnico biancoceleste crede in lui e lo schiererà al fianco di Parolo. Confermato il 4-2-3-1 con Basta, Mauricio, Gentiletti e Lulic in difesa. Nei tre dietro la punta ci saranno Felipe Anderson e Milinkovic. A sinistra è ballottaggio aperto tra Keita e Kishna, con l'olandese in leggero vantaggio. In avanti, con Matri e Klose ai box, Djordjevic sarà l'unica punta. Gli uomini contano ma soprattutto conterà il carattere come sottolinea lo stesso Pioli: «La fame e la cattiveria fanno sempre la differenza. In campo servirà umiltà e voglia di lottare. Per quanto riguarda la contestazione dobbiamo riportare la gente allo stadio attraverso il gioco e i risultati, non ci deve interessare quello che accade fuori, la gente ha il diritto di esprimere la propria opinione». Questa la strada giusta per tornare a volare senza paura. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero