Roma, una manita di vitamime per proseguire la cura

foto Mancini
Solo chi non conosce la Roma, anzi la storia della Roma poteva pensare che sarebbe stata una passeggiata di salute. Uno dice: arriva il Benevento, ultimo in classifica e con...

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Solo chi non conosce la Roma, anzi la storia della Roma poteva pensare che sarebbe stata una passeggiata di salute. Uno dice: arriva il Benevento, ultimo in classifica e con undici sconfitte di fila in trasferta alle spalle, quindi non ci sarà alcun problema a conquistare i tre punti. Da altre parti, forse; non alla Roma, fenomenale nell’arte di complicarsi la vita da sola. C’era chi, alla vigilia, parlava di probabile goleada, di occasione per tornare a segnare con il ripetitore... Certo, proprio così: Benevento in vantaggio dopo sette minuti. Con il quarto (sì, avete letto bene: quarto) gol di campionato segnato lontano da casa. Una cosa che, tenetevi forte, non accadeva dallo scorso novembre. Tutto vero.

Venti minuti abbondanti di interrogativi inquietanti e di cattivi pensieri, poi la rete di Fazio a comandare il pareggio. E, immediata, la domanda: riuscirà la Roma a segnare un secondo gol, un’impresa che non le riesce addirittura dalla partita contro la Spal, 1 dicembre 2017? Fischio di intervallo, ancora con un gol per parte. Roma imbambolata, mezza svampita, tenera in attacco e morbidona in difesa. Brutta, senza mezzi termini. Con troppi giocatori presenti ma assenti, con troppe intenzioni non tramutate in realtà, con troppe comparse e rari primi attori.

UNA REAZIONE DI NERVI

E Dzeko? Sornione, lì davanti. Puntuale in alcuni colpi di testa, ma sempre con la mira sbagliata. Tutto questo fino all’accelerazione velenosa di Cencio, chiusa con un altro pallone alto, e al bacio, proprio per il bosniaco. Secondo gol della Roma, stavolta. Incredibile ma vero. Tutto finito qui? Macchè. A seguire la doppietta del piccolo turco, prima del rigore di Defrel (attenzione, con lui dentro sono arrivati 4 gol) nel recupero. Roba da stropicciarsi gli occhi. Merito della Roma (e delle mosse di EDF), con la complicità di un Benevento evaporato dopo l’intervallo. Da segnalare, e con attenzione, la non esultanza di Dzeko per il gol firmato sotto la Nord: neppure un mezzo sorriso, niente. Rabbia, ovvio: ma contro chi? Era la sua prima partita casalinga a mercato chiuso, impossibile non pensare ad un nesso tra il suo gol e la sua singolare reazione. Lo scopriremo solo vivendo, chissà. Poteva essere una goleada, si diceva in avvio, e alla fine goleada è stata (quei due gol del Benevento, però, resteranno nella storia, di entrambe le squadre...), ma, al di là del risultato, non è stata una passeggiata di salute. Perché la Roma non è (ancora) in salute. Intanto, dammi i tre punti, non chiedermi altro...
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Il Messaggero