MILANO Da Milano a Saneremo, di corsa per 285 chilometri. Tempo massimo: quarantotto ore. L’anno scorso hanno tagliato il traguardo 23 partecipanti sui 47 che sono partiti,...
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IN SOLITARIA O IN STAFFETTA
Appuntamento per il via alle 10 in Darsena, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala. Da quel momento l’obiettivo è non fermarsi più fino alla città ligure, seguendo lo stesso percorso della classicissima del ciclismo. I super runners attraverseranno la pianura padana, tre regioni e 54 Comuni, correranno sulle strade che costeggiano le risaie, traglieranno il centro storico di Pavia e Tortona, si arrampicheranno sull’Appennino a Ovada e Masone per scollinare al Passo del Turchino, sbucando lungo la costa all’altezza di Voltri e da lì giù lungo la riviera fino alla città dei fiori. L’Ultra Maratona Milano-Sanremo può essere coperta in due modi: in solitaria, ogni atleta deve percorre per intero i 285 chilometri, oppure in staffetta, con passaggio del testimone tra cinque partecipanti in corrispondenza di altrettante tappe fissate sul percorso di gara. Il tempo massimo per concludere la prova è lo stesso, quarantotto ore, niente sconti per chi la affronterà tutta la solo: i partecipanti dovranno arrivare a Sanremo entro le ore 10 di lunedì 1 maggio.
C’E’ CHI CORRE DORMENDO
Dalla partenza il primo “cancello”, cioè la prima tappa, è collocato a Casteggio, 53 chilometri dal centro città, e gli atleti dovranno raggiungerlo entro sette ore dal via. Il secondo è a Ovada, altri 70 chilometri che iniziano a inerpicarsi, da qui comincia la salita fino ai 600 metri di altitudine per altri 44 chilometri fino ad arrivare al mare, a Genova Voltri. Tra il capoluogo ligure e Sanremo ci sono altri 120 chilometri e il cancello di Loano. A raccogliere la sfida dell’Ultra Maratona sono cento atleti, provenienti da tutta Italia e da altre undici nazioni. Alcuni professionisti del running come Joao Oliveira, vincitore nel 2015 e nel 2016, ma anche semplici appassionati. Come Lauren Hadley, la donna che alla Milano-Sanremo dello scorso anno ha conquistato per la sua tenacia: nonostante fosse terminato il tempo a disposizione per concludere la gara, ha portato a termine la sfida raggiungendo il traguardo dopo 54 ore. Oppure il bresciano Fulvio Moneghini, che rivela un suo segreto: «Ho imparato a dormire correndo. Mi aggancio allo zaino del mio amico Sandro e faccio microsonni di tre, quattro che mi permettono di rigenerarmi». Così è riuscito a portare a termine le ultra maratone più dure del mondo: quelle che si corrono nel deserto del Sahara, ma anche sulle colline della Romagna, sull’asfalto delle classicissime cento chilometri di Seregno e del Passatore, così come sulle spiagge e pietraie di Capoverde. Ora tocca alla Milano-Sanremo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero