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Il 7° posto in campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia inquadrano perfettamente la situazione della Roma: l’obiettivo della stagione è ormai solo l’Europa League. Unico come lo è il club dei Friedkin a rappresentare l’Italia nelle coppe continentali. La tappa di Amsterdam, stasera l’andata dei quarti contro l’Ajax, diventa cruciale. I giallorossi devono andare avanti nella competizione e puntare a vincerla: sarebbe il percorso più breve per partecipare alla prossima Champions che ha la priorità sul valore economico (già incassati 14,58 milioni) e sull’immagine internazionale (bacheca quasi vuota, se non fosse per la Coppa delle Fiere alzata da capitan Losi nell’ottobre del 1961) per l’eventuale conquista del trofeo. «I giocatori sono motivati e fiduciosi. Sarà difficile per noi ma anche per loro. Servirà la partita perfetta» ammette Fonseca che tiene lontane le tensioni interne degli ultimi giorni e, se possibile, anche i suoi possibili eredi.
OCCASIONE D'ORO
«Saranno 2 partite equilibrate, si deciderà tutto nella seconda» avverte il portoghese.
RIVALE PLURIDECORATA
Ma il palmarès del club di Amsterdam è comunque da big d’Europa, avendo vinto 3 volte Coppa dei Campioni, 1 la Champions, 1 la Coppa Uefa, 2 l’Intercontinentale, 1 la Coppa delle Coppe, 2 la Supercoppa Uefa, 34 il titolo nazionale, 19 la Coppa d’Olanda, 9 la Supercoppa dei Paesi Bassi (Johan Cruijff Schaal). Attualmente ha 11 punti di vantaggio sul Psv e sull’Az (e 1 match in meno), arriva alla sfida con i giallorossi dopo 7 successi consecutivi tra campionato e coppe ed è in serie positiva di 24 partite (solo 3 i pareggi). Non perde dal 9 dicembre. A batterla proprio un’italiana: l’Atalanta l’ha eliminata, gol di Muriel, nella prima fase dalla Champions e spinta ai sedicesimi di Europa League. In casa stenta da 18 anni contro le squadre del nostro campionato. Da 10 partite (6 pari e 4 sconfitte), oltre ai nerazzurri di Gasperini, hanno vinto ad Amsterdam anche il Milan e la Juve. E pareggiato, come loro, pure l’Inter e la Fiorentina. L’ultima sconfitta di una italiana all’ArenA, il 12 dicembre del 2002, è stata quella della Roma di Capello, in Champions: 2-1, reti di Ibrahimovic, Litmanen e Batistuta. Precedente scomodo, insomma. In porta con la formazione all’epoca guidata da Koeman il giovanissimo Stekelenburg che non vorrebbe mancare contro la sua ex squadra. Pronto il titolare dell’Under 21 olandese, il gigante Scherpen (204 centimetri). Pesanti anche le assenze del portiere Onana (squalificato per doping), del difensore centrale Blind (infortunato) e del centravanti Haller (escluso per errore dalla lista Uefa. Pure il terzino destro Mazraoui sembra out. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero