L'Udinese sceglie il Rosa, contro il Sassuolo con la maglia del Castelfranco Calcio Femminile

L'Udinese sceglie il Rosa, contro il Sassuolo con la maglia del Castelfranco Calcio Femminile
In occasione della partita Udinese-Sassuolo, prevista domenica 24 maggio, Di Natale e compagni vestiranno una maglia speciale: metà con le tradizionali strisce verticali...

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In occasione della partita Udinese-Sassuolo, prevista domenica 24 maggio, Di Natale e compagni vestiranno una maglia speciale: metà con le tradizionali strisce verticali bianconere, l’altra metà con il gialloblu del Castelfranco Calcio Femminile. Un modo insolito per offrire un palcoscenico d’eccezione, come uno stadio di Serie A, a ragazze che fanno dell’impegno e della passione la cifra del loro amore per il pallone, ma anche un’occasione per riflettere sulla scarsa considerazione riservata al movimento femminile ed invertire la tendenza, “dando un calcio” ai pregiudizi, alle idee secondo cui femminilità e leggiadria non possono coesistere con l’agonismo e la grinta necessari per vincere una partita di calcio.


La squadra toscana è la terza vincitrice di Dacia Sponsor Day – The Split, l’inedita iniziativa di Dacia e Udinese, patrocinata dal CONI, pensata per regalare un importante momento di notorietà a storie sportive che meritano di essere raccontate.La storia del Castelfranco Calcio Femminile inizia nel 1984, sulla scia del Trofeo Pallone Rosa, rassegna di calcio femminile organizzata in paese, diventata ben presto l’appuntamento estivo per eccellenza del panorama regionale femminile. Grazie all’entusiasmo generato dal Trofeo, un gruppo di ragazze, fino a quel momento tifose di compagni e fidanzati componenti la squadra maschile del luogo, decide di “scendere dagli spalti” ed indossare gli scarpini, iniziando un’avventura che le ha condotte fino ai campi della Serie A femminile, nel Campionato 2001/2002. Il culmine di una parabola che da quel momento inizia una graduale fase discendente, soprattutto a causa delle scarse risorse a disposizione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero