Lazio, passo falso ma bicchiere mezzo pieno. Sarri condanna l'Europa League e i tifosi si dividono

Maurizio Sarri (63), allenatore della Lazio
La Lazio spreca l’improvvisa occasione di avvicinarsi al quarto posto. Nonostante il pareggio della Juventus e la sconfitta dell’Atalanta i biancocelesti non vanno...

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La Lazio spreca l’improvvisa occasione di avvicinarsi al quarto posto. Nonostante il pareggio della Juventus e la sconfitta dell’Atalanta i biancocelesti non vanno oltre l’1-1 alla Dacia Arena. Al vantaggio dell’Udinese in apertura con Deulofeu risponde un ritrovato Felipe Anderson. Il brasiliano è tra i migliori nella serata in Friuli e dà il meglio di sé una volta spostato sulla fascia destra dopo l’infortunio di Pedro. Un pari che non delude Sarri, tutt’altro: «Sono molto soddisfatto. Ho visto tanta coesione. In questo modo posso dire che questa squadra avrà un futuro».

Impegni post Europa ancora indigesti. Sarri: «Senza staremmo lottando per la Champions»

Alla Dacia Arena tiene ancora banco il tabù post Europa. In seguito al giovedì di Europa League la Lazio ha vinto una sola volta: il ritorno col Marsiglia fu seguito dal 3-0 alla Salernitana. In seguito alla prima giornata contro il Galatasaray arrivò il pari casalingo (1-1) col Cagliari in difficoltà e negli altri quattro casi del girone ci furono quattro crolli, tutti fuori casa: Bologna-Lazio (3-0), Hellas Verona-Lazio (4-1), Napoli-Lazio (4-0) e Sassuolo-Lazio (2-1). Anno nuovo, vecchie abitudini, o quasi. La Lazio dopo l’Europa torna a zoppicare, ma solo in merito ai risultati. Alla Dacia Arena non va oltre l’1-1, ma stavolta il bicchiere non può non essere mezzo pieno. In partenza i biancocelesti hanno dovuto fare a meno di cinque titolari.

Acerbi, Lazzari e Immobile indisponibili e Leiva e Luis Aberto squalificati. In più al 24’ è uscito anche Pedro per un problema alla caviglia sinistra che tra oggi e domani sarà valutato dallo staff. Praticamente senza sei calciatori fondamentali la Lazio di Sarri nella partita che solitamente soffre di più non è crollata tranne qualche sbavatura a inizio gara e l’inevitabile calo fisico dell’ultimo quarto d’ora. Crescita tangibile che nel post gara ha spinto Sarri a sbilanciarsi: «Se questa squadra è da Champions? Se non avevamo gli impegni europei, ci stavamo già lottando. Nelle altre gare, abbiamo una media punti da Champions. Avevamo mostrato quest’incapacità di giocare il terzo giorno dopo l’Europa, quello di oggi è un segnale di miglioramento».

I tifosi si dividono: «Colpa dei pochi cambi». «Basta lamentele, questo è il calcio moderno»

Le parole del tecnico biancoceleste non hanno lasciato ovviamente indifferenti i tifosi che tra radio e social hanno detto la loro. Enrico a Radiosei ha toccato di nuovo il tema dei cambi: «Mi piange il cuore a vedere squadre come il Sassuolo avere cinque o sei cambi e la Lazio, che è il sesto bacino d’utenza della Serie A, non averne. Non so come si faccia a gestire una società così». A seguirlo a ruota ci ha pensato Massimiliano: «Il problema sono le presenze, non le assenze. Una volta sbaglia Strakosha, poi Hysaj, poi Luiz Felipe e poi Patric. Gli errori portano via punti. Alcuni non giocherebbero quasi in nessun club di Serie A». Basta critiche per Marco invece su Radio Incontro Olympia: «Diamo fiducia a Sarri che è un grande allenatore e ce lo invidiano tutti. Da qui a fine campionato ci toglieremo diverse soddisfazioni».

Su Twitter il celebre ex radiocronista Rai Riccardo Cucchi avalla il tecnico: «Penso che Sarri abbia ragione. Il problema nasce da una panchina “corta”». L’account Pazzo Sgravatovic invece non fa sconti: «Sarri: “Senza impegni europei la Lazio sarebbe in corsa per la Champions”. Ma cos’è una supercazzola?». Dello stesso avvisto Antonio Pilot: «Qualcuno spieghi a Sarri che il calcio è questo si gioca ogni 3 giorni adesso. Se non fa più per lui vada in pensione». A ristabilire la pace ci pensa invece l'account Adrea Di Santo: «Mezza squadra out. Terza partita in una settimana. Panchina imbarazzante. Ma il gioco c’è. La mano di Sarri si vede nettamente», anche con un elogio (misto a frecciata) per Felipe Anderson: «Perché non giochi sempre così?».

 

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Il Messaggero