Clamoroso a Düsseldorf: Klitschko scende dal trono, sconfitto dopo undici anni. Si chiama Tyson Fury, è un gitano irlandese trapiantato in Inghilterra vivendo nei sobborghi di...
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Il pugilato, che cerca una nuova dimensione, campioni capaci di attirare curiosità con le loro gesta – ma campioni veri – è di nuovo sotto i riflettori. Anche stavolta, e prima del match iridato lo spettacolo c’è stato alla vigilia e, soprattutto, negli attimi precedenti la grande sfida in terra tedesca. Fury, bizzarro davvero, ha preteso che il tappeto del ring, definito troppo morbido, venisse cambiato e poi, mossa psicologica, ha chiesto al rivale ucraino di rifare i bendaggi perché nessuno del suo clan era presente alla fasciatura. Per non parlare della vigilia, della presentazione alla quale Fury si è presentato vestito da Batman paragonandosi a Muhammad Ali e stracciando l’immagine del rivale.
Il match, abbiamo detto, non è stato bello. Anzi, piuttosto noioso. Fury ha attaccato correndo, scatti da mordi e fuggi che hanno infastidito Klitschko apparso piuttosto fermo. Tyson, già, un altro Tyson campione, ha messo a segno colpi potenti, sinistro-destro, evitando i colpi del rivale e ha sfruttato non solo la maggior freschezza atletica ma anche l’altezza.
Gli scambi veri sono stati pochi. Insomma, poco spettacolo per un match è si è chiuso ai punti, con un punto avuto dall’ucraino alla ripresa numero undici per colpi ricevuti da Fury dietro la testa.
Fury ha cantato, ha dedicato la vittoria alla moglie, ha ricevuto i complimenti di Lennox Lewis. «Ringrazio il Signore per avermi indicato la strada per questa vittoria – ha detto Fury – E’ un sogno che si realizza. Grazie anche a Klitschko che è un grandissimo campione. Io un gitano? E’ una cosa che ti resta dentro. Anche diventando ricco, continuerò a vivere in un caravan».
Già pronto un accordo per la rivincita che si farà in primavera. Ma visto questo match, Klitschko sembra non avere scampo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero