Un po' Tyson e un po' supereroe: Fury, un campione con gli effetti speciali

Un po' Tyson e un po' supereroe: Fury, un campione con gli effetti speciali
Lo sostiene una delle locuzioni latine più celebri: nomen omen, il destino è nel nome. Se il nome di battesimo rimanda a uno dei pesi massimi più forti della storia e il...

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Lo sostiene una delle locuzioni latine più celebri: nomen omen, il destino è nel nome. Se il nome di battesimo rimanda a uno dei pesi massimi più forti della storia e il cognome a un personaggio dei fumetti Marvel qualcosa da te, quando sali sul ring, è anche lecito aspettarselo. Pugni ed effetti speciali, la ricetta con cui Tyson Fury ha sorpreso il mito Klitschko. Metti Ivan Drago sconfitto dal Brad Pitt gitano di “Snatch”. Tyson è inglese per caso, originario di Manchester, ma nato da genitori gitani irlandesi e con un ramo maschile della famiglia affondato nella boxe.





Padre pugile, cugino pugile: tradizione di famiglia. Il nome Tyson è un omaggio di papà John ad Iron Mike. Il pane con cui cresce è la boxe di strada, quella a mani nude. Non è un caso che tra le tante polemiche architettate per snervare l'ex campione ucraino ci sia stata anche quella sui guantoni: il regolamento dava a Klitschko la possibilità di sceglierli per entrambi e Fury si è imbufalito perché, a suo dire, erano troppo morbidi, troppo lontani dalle sue radici. Esempio illuminante perché spiega la vera arma di Fury. Non pugni e guantoni, ma i nervi, la polemica, la battaglia mentale. È lì che Tyson ha cominciato a stringere intorno alla vita le quattro cinture dei pesi massimi.


Polemica su tutto: i guantoni troppo morbidi, il ring troppo soffice, le fasciature dell'avversario da rifare. E poi le trovate sceniche, in perfetto stile Marvel. A settembre Fury si presenta alla conferenza di presentazione del match vestito da Batman e, non contento, fronteggia e stende un finto Joker (e poi, ovviamente, partecipa a tutta la conferenza vestito così...). Alla cerimonia del peso, invece, arriva in completo, tre pezzi. Sembra tornata la sobrietà ma la foto da affidare alla stampa è un capolavoro di irriverenza: la posa di rito di Klitschko, faccia da duro e pugno in mostra, è ridicolizzata da un gigante di 2 metri e 6 centimetri che al suo fianco fa una specie di marameo, come se si trattasse di una foto di terza elementare. Gesti e parole che sgretolano certezze. «Voglio liberare la boxe da una persona così noiosa» e «hai lo stesso carisma delle mie mutande» sono solo due delle frasi sopra le righe che Fury ha rivolto al rivale nelle varie uscite pubbliche. Talmente sicuro di vincere, Tyson, da puntare 200 mila sterline sulla sua vittoria: ora un facoltoso parente, che evidentemente non credeva troppo in lui, gliene deve 400. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero