Turchia, insulti ad Erdogan: Hakan Sukur rischia fino a 4 anni di carcere

Turchia, insulti ad Erdogan: Hakan Sukur rischia fino a 4 anni di carcere
Rischia quattro anni di carcere il celebre ex calciatore turco Hakan Sukur per aver «insultato» il presidente Recep Tayyip Erdogan su Twitter. Come riferiscono i media...

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Rischia quattro anni di carcere il celebre ex calciatore turco Hakan Sukur per aver «insultato» il presidente Recep Tayyip Erdogan su Twitter. Come riferiscono i media locali, gli avvocati di Erdogan si sono rivolti alla procura di Istanbul per alcuni tweet dell'ex calciatore della nazionale turca, del Galatasaray, dell'Inter e del Parma. I tweet non contengono alcun riferimento diretto a Erdogan, ma sono stati interpretati come insulti al presidente e a suo figlio. Nonostante Suruk abbia negato che le sue frasi si riferissero a Erdogan o a suoi familiari, la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura è stata accolta dal tribunale di Istanbul e a breve dovrebbe tenersi la prima udienza.


LA CARRIERE POLITICA
Dopo la carriera sportiva, Sukur è stato eletto parlamentare nel 2011 con il Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) di Erdogan, ma nel 2013 ha lasciato il partito, in seguito alla campagna lanciata dal governo contro l'imam Fethullah Gulen, del quale Sukur è un seguace. L'ex calciatore non si è ricandidato alle elezioni dello scorso anno. L'agenzia Anadolu cita fonti della procura di Ankara secondo le quali un altro sportivo è nel mirino dei magistrati per presunti insulti a Erdogan. Si tratta dello scalatore Nasuh Mahruki, autore di un articolo dal titolo: «Perché Erdogan non dovrebbe essere presidente?». Mahruki è noto come il primo atleta turco ad aver scalato la montagna più alta di ognuno dei continenti. È inoltre fondatore dell'ong Associazione per la ricerca e il salvataggio (Akut). Il suo caso e quello di Suruk si inscrivono in un contesto di forte tensione nel paese, con molti attivisti, giornalisti, politici o semplici cittadini finiti sotto processo o già condannati per presunti insulti a Erdogan.
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Il Messaggero