Trapattoni: «Conosce Roma, sarà anche un grande dirigente»

Trapattoni: «Conosce Roma, sarà anche un grande dirigente»
«Antonio Conte era un predestinato. Lo presi io dal Lecce, si capiva che anche da allenatore sarebbe diventato un vincente, è poi cresciuto nella scuola italiana...

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«Antonio Conte era un predestinato. Lo presi io dal Lecce, si capiva che anche da allenatore sarebbe diventato un vincente, è poi cresciuto nella scuola italiana degli allenatori, la migliore al mondo, perché noi italiani abbiamo tracciato una strada, poi seguita da bravissimi allenatori stranieri, quelli della scuola tedesca, oppure i Wenger, per nominare uno dei più esperti». Lo ha detto Giovanni Trapattoni a Tele Radio Stereo parlando di Antonio Conte vittorioso in Premier con il Chelsea, di Massimiliano Allegri e degli allenatori italiani vincenti anche all'estero. «Allegri l'ho avuto a disposizione da calciatore, lo facevo giocare anche a destra, poi andò via durante il mercato, era un calciatore intelligente, è un allenatore intelligente, una persona schietta, diretta, sapeva cogliere le occasione giuste al momento giusto, e ora in panchina sta mostrando la stessa intelligenza, sapendo oltretutto, da allenatore italiano, cambiare volto alle partite in corso d'opera», ha aggiunto l'ex ct della nazionale.


«Perché tra le differenze che esistono fra noi allenatori italiani e quelli stranieri, c'è proprio questa capacità, saper leggere le partite, essere in grado di modificarle. Perché le prepariamo nel dettaglio, giorno dopo giorno. Non mi sorprende che abbia vinto Conte in Inghilterra, dove avevano già vinto Ancelotti, Mancini, Ranieri, oppure che abbia vinto Massimo Carrera, un altro mio ragazzo, in Russia», ha proseguito Trapattoni. «Totti? Ha contribuito a fare grande la Roma e la Nazionale. Ho saputo che si insedierà come dirigente, dovrà fare gavetta perché essere calciatore è diverso da essere dirigente. Conosce più di chiunque altro Roma e saprà fare benissimo anche in questa nuova veste. Con lui ho sempre avuto un rapporto schietto», ha concluso il tecnico.
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Il Messaggero