Totti ha concesso una lunga intervista a Dazn, nella quale ha ripercorso parti della sua carriera. Ecco il passo nel quale si sofferma sull'ultima parte, quello dell'addio...
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Le altre domande fatte da Diletta Leotta all'ex capitano della Roma
La carriera da dirigente.
Da calciatore ero più espansivo, ero più me stesso; da dirigente devi essere più pacato, stare attento a quello che dici, a contro chi dici… le parole sono fondamentali.
Una partita della Roma in cui ti saresti strappato i vestiti da dirigente per entrare in campo?
Una sola? Da fuori è tutto più facile, tutti siamo più forti e più bravi – “perché non ha fatto questo, perché non ha fatto quello” -, ma se sei stato anche dentro il campo sai che sono due cose diverse. Parecchie partite avevo voglia di spogliarmi, potevo ancora dire la mia. Soprattutto vedendo quello che ci sta in giro… (ride, ndc).
Se tu oggi fossi un procuratore e avessi un Totti a 25 anni, cosa faresti?
Non giocherebbe sicuramente alla Roma, già se lo sarebbero comprato.
Ti piacerebbe fare il procuratore?
E’ una parola vecchia. Preferisco dire scouting. Perlustro, vedo, riesco a trovare qualche giovane promettente. Io mi metto sempre in gioco, mi piace conoscere quello che c’è al di là. Il futuro sicuramente riserva cose positive: voglio vedere cosa riserva a me”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero