Uno, Totti, viene sostituito e si arrabbia, quasi come quando il suo talento e la verve di gioventù lo portavano alle stesse ribellioni nei confronti di Zoff quando era ct della...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tornando a Totti: quest'anno le sostituzioni le ha viste e conosciute parecchie, otto partite giocate da titolare, otto le volte che Garcia lo ha richiamato in panchina. Mai una parola fuori posto, mai un gesto eclatante verso il suo allenatore "colpevole" di non avergli fatto finire la partita. Il patto era: ti voglio gestire, perché mi servi sempre fresco. Va bene. Stavolta è andata diversamente. Garcia lo toglie e accoglie il suo capitano in panchina con il sorriso sulle labbra: lo aspetta, lo abbraccia, lo accompagna, ma Francesco non sorride, non lo toglie, e non si siede nemmeno in panchina. Fila via nello spogliatoio a farsi una doccia catartica, a sbollire la rabbia. Mai visto un Totti così arrabbiato, nemmeno quando Ranieri, vedendolo giocare male, lo ha tolto - insieme con De Rossi - alla fine del primo tempo di un derby (poi vinto dalla Roma per due a uno, doppietta di Vucinic). Totti stavolta non l'ha capita e né accettata perché ha creduto che non ci fosse bisogno di quella sostituzione, che non c'era nessuna necessità di preservarlo. In vista di cosa poi? C'è la sosta per le Nazionali, il campionato si ferma. E non solo: Francesco, alla ripresa, a Bergamo nemmeno potrà giocare perché squalificato. Dopo un paio di brutte figure (Napoli e Bayern), Totti (e la Roma) contro il Torino si stava divertendo, gli riusciva tutto, magari c'era il modo per fare un gol e non voleva abbandonare il campo. E poi così, Garcia, ha fatto male anche a Destro, entrato con la faccia abbattuta e quel quarto d'ora finale non aveva proprio voglia di giocarlo. Rudi con un colpo solo ha intristito due giocatori. Sono storie di calcio, al di là della psicologia, che a volte non serve.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero