Pinzolo, Piazza Caprera, ma per la Roma non è un esilio. Davanti a mille tifosi romanisti che hanno seguito la squadra in ritiro va in scena il mattatore, l'eroe dei due...
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Il capitano parla con i bambini anche perché adulti nelle stanze che contano ascoltino. «Come ci si sente a essere famosi? Sono un ragazzo semplice, solo gioco a calcio e spero di essere un idolo ancora tanti anni. Cosa farò in pensione? Il secondo del mister…, ma ancora non ci ho pensato. Il calcio oltre che un gioco è passione, amore. Io mi diverto ancora e finché mi sentirò bene continuerò»
Gli applausi del Bernabeu, la fama internazionale e una carriera che sarebbe potuta essere anche altrove, oppure inevitabilmente no. «Quando giochi in altri campi come Milano, Torino, oddio Torino di meno, insomma in campi in cui i romani non sono molto amati, essere applauditi lì ti gratifica anche come romano. Mi piace avere questa gratificazione. Certo che a Madrid è stata davvero speciale».
Rudi Garcia lo accompagna sul palco, e interviene. «Mi viene in mente il Manchester City e dopo il ‘The King of Rome is not dead'».. «Ti ricordi solo cose belle», questa la risposta di Totti sul filo dell'ironia, e forse oltre. « Ho avuto la fortuna di conoscere un grande uomo. Si è messo a disposizione di una grande piazza come Roma e non è semplice. Di Rudi a Roma prima ce n’era uno solo, e non seguendo il campionato francese non sapevo chi fosse»
Ancora Garcia. «I grandi campioni sono umili e semplici, sono contento di aver trovato nel mio capitano l’esempio del grande campione. Prima della partita dormo tranquillo, ho una squadra con molti leader, faccio in modo che abbiano più informazioni possibile per colpire gli avversari durante la partita. Io sono con loro a bordo campo». Chi è il più forte chiedono i tifosi, e Totti non si lascia sorprendere? «Non sta qua, ma a Barcellona… Però l’anno prossimo forse viene qui..» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero