ROMA Una città, come minimo la sua parte giallorossa, si chiede: e adesso? Adesso siamo nelle mani di Jim Pallotta, presidente della Roma. Lui, da Boston, stavolta non si...
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SEGNALI DI FUMO
Pallotta si è complimentato e non poteva fare altrimenti. Perché la Roma ha vinto grazie (anche e soprattutto) a Totti e ora almeno il terzo posto appare traguardo scontato. Totti non ha ricevuto segnali, siamo fermi alla settimana scorsa quando, durante un incontro con il dg Mauro Baldissoni, si è sentito ribadire che sarebbe meglio lasciare e meditare su un ruolo da dirigente. A) Totti non ha alcuna intenzione di smettere, si sente ancora calciatore e vorrebbe continuare con la maglia di sempre. B) Non ha ancora chiaro in testa ciò che potrà/potrebbe fare come dirigente. Totti si sente ormai accerchiato, (quasi) tutti gli chiedono di abbandonare e soprattutto che sia lui ad annunciarlo, sarebbe meglio per tutti. Perché la società la decisione l'ha presa, ma non la vuole comunicare pubblicamente. Sarà costretta, se non ci ripenserà, a farlo a fine stagione. Spiegando. Intanto si va avanti col solito refrain: Totti non ce la fa, i risultati dei test sono impietosi, è un ex giocatore da un anno etc etc. Totti sta in silenzio, gioca quando gli viene chiesto e dimostra di poter fare ancora la sua parte. «Più di così non posso», confida il capitano alle sue persone.
MALEDETTO TOTTISMO
A Trigoria c'è qualche seme del male individuato da cinque anni a questa parte: il romanismo, il passatismo, le combriccole, le vecchie abitudini. Totti trascina/trascinerebbe molti suoi compagni in comportamenti sbagliati, vedi Bergamo, le stanze occupate in piena notte, la sala tv (mentre si trasmetteva Inter-Napoli) piena solo di poche anime tra i calciatori. Il fare un po' come ci pare, non va più bene e questo Spalletti lo ha fatto capire. Mettiamoci pure che Totti a settembre compirà quaranta anni e il gioco è fatto: contratto zero. Chi può salvare Francesco? Il primo in assoluto, ovviamente, Pallotta, che sta sicuramente meditando su ciò che è accaduto a Roma-Torino. Il presidente, raccontano, è imprevedibile e non è escludo che ci ripensi. E' difficile ma non è escluso. E Spalletti? C'è finito dentro e non voleva. Ma dopo Roma-Torino qualcosa è diverso. C'è lo spettacolo oltre i regolamenti. C'è un uomo che rischia di abbattersi. Le leggende non si scaricano. Le favole spesso sanno commuovere anche i più burberi. E anche Totti, se gli capiterà di restare aggrappato al suo posto, dovrà calarsi in un nuovo, eventuale, ruolo. Giocatore-punto di riferimento per tutti i compagni.
DOPPIO TAPIRO
Valerio Staffelli di Striscia ha consegnato un altro Tapiro a Totti, perché quel premio ha portato fortuna. Stavolta, in compagnia del capitano («Non ho cenato con Spalletti, non ci siamo incontrati...», c'era la moglie Ilary Blasi. «Guardavo Roma-Torino ma poi mi sono addormentata. Quando ha segnato Francesco mi ha svegliata mio figlio. Come lo tengo in forma? Gli faccio fare stretching, il gol è merito mio. Comunque, sono più emozionata per il Tapiro che per il “ti amo” dopo la sua rete. Se Francesco smette? Gli ho detto di andare in ritiro, in casa è tremendo...». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero