Tokyo2020, Di Francisca: «Spero di fare la porta bandiera»

Tokyo2020, Di Francisca: «Spero di fare la porta bandiera»
 «Per me sarà l'Olimpiade della consapevolezza, e spero di essere la porta bandiera. Sarebbe una grande gioia e un grande onore». Non si nasconde la...

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 «Per me sarà l'Olimpiade della consapevolezza, e spero di essere la porta bandiera. Sarebbe una grande gioia e un grande onore». Non si nasconde la schermitrice Elisa Di Francisca a due giorni dal terzo posto nella gara di Katowice del circuito di Coppa del Mondo di fioretto femminile che le ha permesso di staccare il pass per Tokyo 2020. «Il presidente del Cio Bach ha parlato tolleranza zero per gli atleti che porteranno questioni politiche ai Giochi? Io spero di portare un'altra bandiera, che è quella italiana alla cerimonia. Non porterò altro sul podio, l'ho fatto una volta ed era per lanciare un altro tipo di messaggio, non politico ma di unione», il messaggio della campionessa azzurra che alle Olimpiadi di Rio 2016 sventolò sul podio la bandiera dell'Europa.


MENTALITA'
Pensando ai risultati in pedana, e sulla fresca qualificazione per Tokyo, Elisa Di Francisca non si accontenta: «Non c'è gioia, anzi sono abbastanza incazzata. Il pass non è stato una sorpresa per noi. Il problema è che non vinciamo, non vanno bene le cose, non ci amalgamiamo, non riusciamo a tirare bene quando magari la compagna prima è andata male. Secondo me è un problema di inno. Noi prima di gareggiare cantavamo e ballavamo, sembra una cosa stupida ma faceva gruppo. Ora invece ognuna si fa gli affari propri. Era una mia idea questa dell'inno, ma adesso non collaborano». E poco importa «se questa uscità mi farà risultare simpatica, chissenefrega, tanto mi è rimasto poco» sherza la 37enne a margine dell'evento «Verso il Sol Levante» organizzato dallo sponsor Juice Plus+ al Club Scherma Roma in cui si allena.

MAMMA E AMBASCIATRICE

L'azienda americana specializzata nella produzione di integratori alimentari, che ha scelto la Di Francisca come ambasciatrice per le attività benefiche in favore dei settori paralimpici nazionali, per l'occasione ha donato una pedana e due carrozzine paralimpiche al club in cui si allena la fiorettista marchigiana. Chiari gli obiettivi del progetto: celebrare uno stile di vita sano e la dedizione degli atleti in preparazione per Tokyo 2020. Una preparazione che Di Francisca da ormai due anni deve abbinare agli impegni da mamma: «Come si conciliano? Difficile, è un disastro. Quando me lo dicevano non ci credevo, però quando la vivi è difficilissima. Bisogna pensare a tutto. Mi devono dare una decina di medaglie, a me e a tutte le altre mamme. Alla fine però porterò mio figlio Ettore a Tokyo anche se non potrò stare al 100% con lui. Penso di arrivarci con i capelli dritti e un sacco di occhiaie» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero