Tennis, violenza sulla ex: faro Atp su Zverev

Vero o falso? Sascha Zverev, 23enne fenomeno del tennis, già multimilionario, vincitore di 17 titoli Atp e finalista agli Us Open 2020, è davvero colpevole di...

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Vero o falso? Sascha Zverev, 23enne fenomeno del tennis, già multimilionario, vincitore di 17 titoli Atp e finalista agli Us Open 2020, è davvero colpevole di percosse e intimidazioni come lo accusa l’ex fidanzata Olga Sharypova? A due anni dai fatti, avvenuti secondo la donna al torneo di Shanghai dell’ottobre 2019, l’Atp, l’associazione dei tennisti professionisti che gestisce il circuito dei tornei al di fuori dei quattro Slam, ha avviato un’indagine interna e ha preso apertamente posizione. C’è stato un comunicato ufficiale: «L’Atp condanna completamente qualsiasi forma di violenza o abuso e indagherà su tali accuse relative alla condotta in un torneo membro».

E ci sono state le parole di Massimo Calvelli, direttore esecutivo dell’organismo: «Le accuse mosse contro Zverev sono gravi e abbiamo la responsabilità di affrontarle. Ci auguriamo che l’indagine ci consentirà di stabilire i fatti e determinare eventuali azioni successive. Sappiamo che Zverev ha accolto con favore la nostra indagine e ha negato tutte le accuse: «Nego categoricamente e inequivocabilmente di aver abusato di Olya». Monitoreremo anche eventuali ulteriori sviluppi legali a seguito dell’inchiesta preliminare della giustizia tedesca».

 


 

Gli effetti
In pratica quello dell’Atp era un atto dovuto. I media statunitensi hanno dato una spinta importante: il giornalista e blogger Ben Rothenberg che ha riportato per primo le accuse della ex fidanzata ha continuato a seguire la vicenda, e Mary Carillo, l’ex compagna di doppio di John McEnroe, da anni apprezzata telecronista, ha clamorosamente rinunciato al ruolo di co-conduttrice tv alla recente Laver Cup, proprio per la presenza al torneo del giovane tennista tedesco che l’avrebbe messa in imbarazzo. Anche la coscienza del tennis, l’ex numero 1 del mondo, Andy Murray, da sempre sensibile ai problemi sociali e in particolare delle donne, ha dato il suo contributo dicendo: «È ovvio che il tennis non ha alcuna politica sulla violenza domestica. L’Atp deve essere più attiva in situazioni del genere».

Ma decisiva è stata la figura dell’ex pro Andrea Gaudenzi che, dal 1° gennaio 2020, quando è salito alla presidenza dell’Atp, pur dovendo fronteggiare l’emergenza Covid, sta cercando di equiparare sempre più il tennis alle leghe che gestiscono lo sport professionistico statunitense. Così, forte del rapporto appena concluso che aveva commissionato contro gli abusi di adulti e minori coinvolti nel tennis professionistico, l’organismo che gestisce la maggior parte dei tornei del circuito pro ha subito dato corso alla nuova policy interna. Avviando un’indagine autonoma come fa già per i casi di doping e di scommesse, per gestire più velocemente le situazioni spinose tutelando la propria immagine mentre la giustizia ordinaria fa il proprio corso. E la violenza domestica, che è diventata un problema drammatico in altre leghe, è una delle maggiori preoccupazioni dei dirigenti, insieme agli abusi del pattinaggio e del calcio che sono esplosi nello sport Usa. Ancor di più nel tennis dove la figura del padre-padrone ha caratterizzato le carriere di tanti campioni, non solo al femminile, ed è stata testimoniata con il successo della biografia di Andre Agassi, “Open”.
 

Il secondo episodio


L’intervento dell’Atp arriva peraltro tre giorni dopo che un’altra ex fidanzata, Thayane Lima, accusa un altro tennista, Thiago Seyboth Wild, di «danni morali e materiali». Anche il brasiliano nega ogni addebito, come Zverev che ha anzi dichiarato: «Sostengo pienamente la creazione della policy Atp contro la violenza domestica». Basta come risposta vincente?

 

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Il Messaggero