Tennis, si arrende anche Nadal: fine di un'era?

Tennis, si arrende anche Nadal: fine di un'era?
Ci siamo giocati anche Nadal. Fino alla fine dell’anno, almeno. Poi qualcosa sarà. Certo non può sfuggire, nemmeno ai più superficiali fra gli...

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Ci siamo giocati anche Nadal. Fino alla fine dell’anno, almeno. Poi qualcosa sarà. Certo non può sfuggire, nemmeno ai più superficiali fra gli osservatori, la concomitanza degli eventi: prima Roger Federer annuncia al mondo che si opererà per la terza volta al ginocchio rimandando la sua riapparizione sui campi da gioco a chissà quando. Poi colui che più di tutti è stato antagonista di Roger, Rafa, annuncia con un dolente post sui social che la sua stagione è finita qui, dopo una rapida apparizione a Washington. E che, se tutto andrà bene, lo rivedremo in campo nell’anno venturo. Più o meno anche quando il grande svizzero riproverà a deliziare il popolo dei suoi adepti con qualche magia del suo personalissimo “fin de siècle”.


ORIZZONTI
Non che il sospetto sulle reali condizioni fisiche di Rafa (stagione sulla terra simil-via crucis, rinuncia a Wimbledon e alle Olimpiadi) non fosse affiorato già nelle ultime settimane. Ma le seguenti parole scritte da un combattente assoluto come lui qualche lacrimuccia la possono anche suscitare: «Sinceramente da un anno soffro molto più di quanto dovrei per il mio piede (è affetto dalla sindrome di Muller-Weiss che altera la struttura dell’arto, ndr) e ho bisogno di prendermi del tempo. In questo ultimo anno non ho avuto la possibilità di allenarmi e prepararmi nel modo che mi è solito. Dal 2005 mi porto avanti questo problema ma ora è arrivato il momento di trovare una soluzione che mi permetta di competere nei prossimi anni».
FUORI DALLA TOP TEN
Certo, rispetto a Roger c’è uno sguardo “sui prossimi anni” che lo svizzero non può permettersi, visti i suoi 40 anni compiuti da un paio di settimane. Ma non è che l’ottimismo possa avere molto spazio. Anche perché con questa decisione, concomitante al fatto che da ora in poi si torna al calcolo consueto dei punti abbandonando la salvaguardia dei medesimi adottata in era Covid, anche Rafa certamente finirà vicino alla decima posizione del ranking Atp rischiando addirittura di uscirne. Un fatto che anche solo qualche mese fa era azzardato prevedere.
NUOVA STAGIONE
La realtà è che dobbiamo farcene serenamente una ragione: la “loro” epoca, quella dei Fab Four (calcolando anche Murray) è ai titoli di coda. Perché anche Djokovic, le cui articolazioni stanno certamente meglio di quelle di Rafa&Roger, non è che se la passi benissimo, anche se tra dieci giorni scenderà in campo a New York per tentare la conquista del Grande Slam. Le recenti sfuriate nervose e il crollo anche psichico di Tokyo ci dicono che è la testa di Nole a soffrire. A sopportare sempre meno le sollecitazioni furibonde di cui il fisico ha bisogno per continuare a essere il dominatore del tennis mondiale.

Vale la pena però soffermarsi sul “serenamente”. Il tennis ha già in sé i germi del suo futuro e il bello è che alcuni di questi germi parlano italiano. Un’epoca come quella di Nadal&Federer sarà irripetibile, soprattutto per la complementarietà dei suoi attori. Ma ne sta arrivando un’altra. Evviva. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero