Roland Garros, freddo polare, pioggia e palline pesanti: così Parigi scontenta tutti

Roland Garros, freddo polare, pioggia e palline pesanti: così Parigi scontenta tutti
Ha cominciato, nei giorni scorsi, Rafa Nadal: «Per tanti motivi sarà il Roland Garros più difficile». Ha continuato Vika Azarenka, abbandonando il campo...

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Ha cominciato, nei giorni scorsi, Rafa Nadal: «Per tanti motivi sarà il Roland Garros più difficile». Ha continuato Vika Azarenka, abbandonando il campo per protesta contro le condizioni estreme di gioco (ma poi è rientrata e ha vinto). Ha chiuso, dopo il ko contro Korda, il nostro Andreas Seppi, le cui parole spiegano con efficacia il problema. «La prima ora non si doveva giocare, le condizioni erano pietose: faceva un freddo cane e ha piovuto tutto il tempo. Scandaloso per essere un torneo dello Slam». D’altra parte, che il clima a Parigi in questa fase dell’anno non fosse proprio ideale lo sapevano un po’ tutti. Anche gli organizzatori del Roland Garros che, però, nella corsa al ricollocamento dopo le cancellazioni dovute al lockdown, non se ne sono preoccupati. E ora, mentre il torneo è alle prese con il meteo avverso, a finire nella bufera (mediatica) sono soprattutto loro. 

COSA NON VA
Parigi a giugno è lontana parente di quella che sta per accogliere ottobre. Le temperature oscillano (e nemmeno troppo) intorno agli 8 gradi, la pioggia è ospite fissa e persino la copertura del Philippe Chatrier non è sufficiente: quando c’è vento, l’acqua passa ai lati del tetto. I tennisti sono scesi in campo come raramente li si vede: leggings sotto i vestitini per le ragazze, magliette termiche a maniche lunghe per tutti. I riflessi sul gioco del meteo, poi, sono ancora peggiori. I campi sono lentissimi, non aiutano le nuova palline (criticate duramente anche da Nadal) che sono “nate” lente e tra pioggia e umidità diventano anche pesantissime, mettendo a rischio infortunio spalle e braccia dei tennisti. 

Si dirà: uno spostamento azzardato che almeno ha salvato le casse del torneo. Macché. Pure l’analisi delle curve dei contagi del Covid è stata totalmente errata. La Francia sta avendo numeri ancora altissimi e così il torneo è sceso dagli 11.500 spettatori pianificati a 5.000 e poi, a due giorni dall’inizio del torneo, a 1.000. Storia di un fallimento semiannunciato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero