Montecarlo, il segreto del dominio di Nadal è nella risposta

Montecarlo, il segreto del dominio di Nadal è nella risposta
Si scrive terra rossa, si legge Rafa Nadal. Si rischia di essere ripetitivi nel dire che la terra è il regno incontrastato del mancino spagnolo, ma i numeri parlano chiaro...

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Si scrive terra rossa, si legge Rafa Nadal. Si rischia di essere ripetitivi nel dire che la terra è il regno incontrastato del mancino spagnolo, ma i numeri parlano chiaro con 415 successi e 36 ko in carriera. Il 32enne maiorchino da oltre un decennio cannibalizza la primavera tennistica sulla superficie prediletta ed è il grande favorito a Montecarlo, terzo Masters 1000 della stagione, dove vanta un record di 68 match vinti e appena 4 ko. Degli 80 titoli conquistati in carriera 57 li ha colti sulla terra e 46 di questi nei principali tornei sul rosso (11 a Parigi, a Montecarlo e a Barcellona, 8 a Roma e 5 a Madrid). Craig O’Shaughnessy, australiano che compila tonnellate di statistiche (Djokovic lo ha voluto nel suo team), ha evidenziato come il predominio di Nadal sulla terra vada ricondotto alla posizione estremamente arretrata nella risposta al servizio. Un unicum, visto che tale strategia non ha la stessa efficacia per gli altri giocatori. I dati raccolti provengono da un’analisi degli incontri disputati da Rafa nelle ultime due stagioni sulla terra con le due sole sconfitte per mano di Thiem (Roma 2017 e Madrid 2018). Il vantaggio è intuitivo: un maggior numero di risposte in campo. La velocità della palla è inferiore dalle parti dei teloni rispetto a quella in corrispondenza della linea di fondo. Inoltre la palla scende all’altezza delle anche e Rafa trova così un punto di impatto più favorevole ai suoi colpi esasperatamente arrotati e profondi. Nessuno è in grado di dare alla palla la stessa forza che le imprime Nadal e con la stessa continuità: da quella distanza, una risposta meno violenta lascerebbe l’iniziativa all’avversario. Al contrario la risposta dello spagnolo gli permette di prendere campo già per il suo secondo colpo, cosa che raramente riescono a fare altri. I dati sono inequivocabili: ben 44,7% di punti vinti in risposta al primo servizio (la media dei rivali non va oltre il 30%), percentuale che sale al 52,4% sulla seconda (contro il 33% degli avversari).


DJOKOVIC E GLI AZZURRI

E’ presto per parlare di crisi, ma Djokovic, unico a battere in finale Nadal a Montecarlo (2013), è al rientro dopo la deludente campagna americana di Indian Wells e Miami: per la seconda stagione di fila il n.1 ha mancato i quarti. Non c’è Federer, che farà il suo ritorno sulla terra dopo due anni a Madrid a maggio. Tra le teste di serie due azzurri: Cecchinato (11) e Fognini (13). Derby tra Seppi e Sonego, mentre ieri Berrettini si è arreso all’esordio a Dimitrov per 7-5 6-4. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero