Tavecchio, Minala: «Non mi sento offeso Gli devo tanto, mi ha dato una possibilità»

Tavecchio, Minala: «Non mi sento offeso Gli devo tanto, mi ha dato una possibilità»
ROMA Joseph Minala difende Carlo Tavecchio. Sì, proprio lui: il centrocampista camerunense della Lazio si erge a scudiero del candidato numero uno alla presidenza della Figc...

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ROMA Joseph Minala difende Carlo Tavecchio. Sì, proprio lui: il centrocampista camerunense della Lazio si erge a scudiero del candidato numero uno alla presidenza della Figc finito nella bufera per quella infelice uscita sugli extracomunitari e le banane. «Francamente non ho alcun motivo di sentirmi offeso dalle quelle parole, che ritengo usate a chissà quali fini, poiché durante la mia esperienza calcistica se devo qualcosa a qualcuno è proprio a Carlo Tavecchio» Ha dichiarato Minala passato alla ribalta per colpa della sua età. Storia difficile la sua, portato in Italia e poi abbandonato con la promessa di diventare un calciatore.


Quando sei stato trasferito nella città dei Ragazzi hai detto che Tavecchio ti è stato di grande aiuto, in che senso? Di concreto cosa ha fatto?

«La Lega Nazionale Dilettanti nella persona di Tavecchio in quanto Presidente mi ha dato la possibilità di mettermi in luce e quindi poi successivamente di fare lo step tra i professionisti che è quello che mi sta cambiando la vita».

Dopo essere entrato nei dilettanti hai più parlato e sentito Tavecchio? Se sì cosa ti ha detto?

«Al mio passaggio ai professionisti mi ha fatto i complimenti conoscendo a fondo la mia storia particolare».

Quando hai sentito quella frasi sulle banane cosa hai pensato?

«Mi ha ricordato le difficoltà che ho dovuto affrontare all'inizio. Ma partendo da me e dalla mia storia sono sicuro che non voleva essere razzista. Credo piuttosto che sia stato usato per altre questioni».

Il calcio italiano e l’Italia in generale è razzista?

«No, per me no. Io vivo in Italia e sono stato accolto sempre bene ovunque. Ci sono gli italiani e poi gli ignoranti. Ecco gli ignoranti talvolta sono razzisti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero