Ciclismo, la svolta della Trek: è vincente lo sprint per la parità di genere

Letizia Paternoster
La Trek-Segafredo compie un importante passo in avanti verso le pari opportunità di genere. A partire da questa stagione, la formazione femminile avrà un salario...

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La Trek-Segafredo compie un importante passo in avanti verso le pari opportunità di genere. A partire da questa stagione, la formazione femminile avrà un salario minimo garantito che ammonta alla stessa cifra dei colleghi uomini. Anche le ragazze percepiranno una paga di almeno 40.045 euro a stagione, una somma che ad oggi l’Unione Ciclistica Internazionale garantisce per regolamento solo agli uomini delle squadre World Tour. Le tabelle del massimo organo che regola il ciclismo mondiale prevedono un salario minimo di 15.000 euro a stagione, che quest’anno diventerà di 20.000. Tale normativa è stata però introdotta solo a inizio 2020, in quanto fino a due anni fa non era previsto un minimo salariale per le donne. Eric Bjorling, direttore del Brand Marketing di Trek Bikes, ha spiegato le ragioni per le quali la Trek-Segafredo ha voluto compiere questa scelta di innalzare il tetto minimo salariale alle donne: «L’idea era nell’aria da diverso tempo. Noi supportiamo con forza l’idea che uomini e donne debbano avere gli stessi diritti, ed è per questa ragione che abbiamo deciso di innalzare gli stipendi delle ragazze. Non volevamo aspettare una legge, abbiamo preso questa decisione in autonomia». 


La Trek-Segafredo femminile può vantare nel proprio organico alcune delle atlete più promettenti al mondo, come Elisa Longo Borghini, bronzo olimpico a Rio 2016, la talentuosa Letizia Paternoster e l’ex campionessa del mondo Lizzie Deignan. A dirigere la squadra vi è la due volte iridata Giorgia Bronzini. 

AVANGUARDIA


Non è la prima volta che la squadra si pone all’avanguardia rispetto alle norme dell’UCI: lo scorso anno, una delle loro atlete, la britannica Abi Van Twisk, ha sospeso la propria attività prendendo un congedo di maternità e la squadra le ha elargito l’intero stipendio ogni mese fino alla fine dell’anno. Secondo le normative internazionali, invece, le squadre dovrebbero pagare solo per tre mesi il 100% dello stipendio, e il 50% nei restanti mesi di congedo. Resta da capire se l’esempio potrà indicare la strada contro la disparità: per fare un esempio, quando nel 2019 gli italiani trionfarono al Giro delle Fiandre, Alberto Bettiol intascò 20.000 euro dopo aver vinto la gara maschile, mentre Marta Bastianelli solo 1.265.

 

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Il Messaggero