Milan, il bivio di ​Riyad e le tre spine della rosa rossonera

Milan, il bivio di Riyad e le tre spine della rosa rossonera
MILANO Ritrovarsi davanti a un bivio non è sempre una buona notizia. Lo sta intuendo anche il Milan. Il brutto avvio di questo 2023, con una sola vittoria contro la...

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MILANO Ritrovarsi davanti a un bivio non è sempre una buona notizia. Lo sta intuendo anche il Milan. Il brutto avvio di questo 2023, con una sola vittoria contro la Salernitana (poi due pareggi con Roma e Lecce ed eliminazione agli ottavi di Coppa Italia con il Torino), rischia di diventare pessimo in caso di sconfitta nella finale di Supercoppa italiana contro l'Inter. Perché a Riyad i rossoneri si aggrappano a Rafael Leao (accolto in Arabia Saudita da Cristiano Ronaldo) per ritrovare il gioco e cercano la svolta di una stagione che settimana dopo settimana si sta rivelando complicata e sta facendo emergere tantissimi problemi. Stefano Pioli stavolta non ha nascosto la sua rabbia. «Nel primo tempo abbiamo sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare», ha detto. «Non sarà un volo tranquillo», ha poi aggiunto. E in effetti osservando i volti dei giocatori rossoneri atterrati in Medio Oriente, forse qualche timore di troppo c'è, eccome. La sostituzione di Theo Hernandez a fine primo tempo, e di certo non per l'autorete del vantaggio del Lecce, è stato un esplicito messaggio ai naviganti che hanno smarrito la rotta. Nessuno al Milan si deve sentire intoccabile. Pioli non si era mai arrabbiato così con la squadra, con i senatori. Qualcosa sembra essersi rotto.

Il Napoli è troppo lontano, al momento imprendibile. Sono tre i principali problemi per il Diavolo. In primis, il mercato estivo è stato fallimentare. Bastava poco per rinforzare una squadra tornata a vincere lo scudetto dopo 11 anni. Per ora, in attesa di un'esplosione, la più grande delusione resta De Ketelaere, sbarcato a Milanello per 35 milioni di euro dal Bruges dopo estenuanti trattative. È un oggetto misterioso, così come non stanno impressionando Origi e Adli, mentre Vranckx alterna prestazioni più che sufficienti a prestazioni non buone. Infine, Thiaw: viene utilizzato con il contagocce ed è difficile comprendere come si sia ambientato in questa nuova realtà. Il possibile acquisto di Ziyech è stato accantonato troppo presto e non è mai arrivato un vice Kessie. Con il River Plate c'era un accordo a 18 milioni di euro per Enzo Fernandez (che poi è stato premiato miglior giovane al Mondiale in Qatar), ma in via Aldo Rossi hanno voluto aspettare Renato Sanches. Solo che il portoghese ha preferito accasarsi al Psg, mentre l'argentino è finito al Benfica.

Le difficoltà 

Un altro guaio sono gli infortuni. Da inizio stagione il Milan non è mai stato al completo. In attacco è sempre in emergenza: Ibrahimovic sente ancora dolore al ginocchio (punta a tornare per il 14 febbraio, andata degli ottavi di Champions con il Tottenham, ma a oggi è impresa ardua); Origi è appena rientrato, Rebic dovrebbe andare in panchina. Tutto il peso dell'attacco è su Giroud, 36 anni, che sta davvero andando oltre ogni limite immaginabile. Al Mondiale è arrivato in finale, perdendo ai rigori con l'Argentina, e adesso la stanchezza si fa sentire, come sta accadendo a Theo Hernandez. Capitolo Maignan: il portiere francese, che invece in Qatar non è mai andato, è un mistero. La cicatrice al polpaccio non sta guarendo e nemmeno Pioli, come ha ammesso in più occasioni, conosce la data del suo rientro. Infine, la difesa. Impenetrabile nella scorsa stagione, punto debole in questo campionato. In troppi stanno giocando sotto livello rispetto alla stagione dello scudetto. Gli errori di Kalulu a Lecce sono emblematici, ma anche Tomori non sta dando certezze. I gol subiti quest'anno sono 20, l'anno scorso furono 31 in 38 gare. Qualcosa da sistemare c'è. Soprattutto perché il Milan ha subito sette reti di testa, più di ogni altra squadra in A. O interviene Pioli o la Supercoppa rischia di trasformarsi in un incubo.
 

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Il Messaggero