Stramaccioni, che incubo in Iran: non può lasciare il paese

Stramaccioni, che incubo in Iran: non può lasciare il paese
Ufficialmente il visto turistico sarebbe scaduto, ma già così sarebbe abbastanza assurdo, se proprio vogliamo sbilanciarci. Si sta parlando dell'incubo che sta...

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Ufficialmente il visto turistico sarebbe scaduto, ma già così sarebbe abbastanza assurdo, se proprio vogliamo sbilanciarci. Si sta parlando dell'incubo che sta vivendo Andrea Stramaccioni in Iran, sulla panchina dell'Esteghlal, club con il quale ha firmato a giugno un contratto biennale da 1,6 milioni di euro (con una penale, in caso di dimissioni, da 3 milioni di euro). Giovedì sera, il 29 agosto, l'ex tecnico dell'Inter è stato fermato all'aeroporto, assieme al suo collaboratore Sebastian Leto (ex Catania), e non è potuto salire sull'aereo Teheran-Doha-Roma che lo avrebbe riportato per qualche giorno in Italia, dalla sua famiglia. Dicevamo dell'assurdità in quanto Stramaccioni lavora in Iran da 80 giorni, possiede un visto di lavoro, riceve regolare stipendio e paga le tasse. Le disavventure erano iniziate qualche settimana fa. Prima le dimissioni di  Ali Khatir, ex dirigente Fifa che aveva seguito l’Inter in Europa League durante la sua gestione e che lo aveva fortemente voluto in questa sua nuova avventura, poi il centro sportivo mai pronto e un mercato che non decolla. Con un episodio incredibile: Milic, ex Napoli e Fiorentina, rispedito indietro senza poter mettere piede in Iran, nonostante ci fosse l’accordo da tempo. Stramaccioni chiede spiegazioni, la società garantisce che farà gli acquisti promessi, ma si arriva al debutto del 22 agosto a Tabriz. Sconfitta per 1-0 al 96’ e Strama lasciato senza interprete. Un sabotaggio vero e proprio. Con tanto di show, nella conferenza post gara, alla Giovanni Trapattoni ai tempi del Bayern Monaco e all’Alberto Malesani quando sedeva sulla panchina del Panathinaikos, in Grecia.


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Il Messaggero