Inter, il tabù dei big match: in casa solo una vittoria su quattro

Antonio Conte
«Contropiedista sarai tu». Affascinati dalla diatriba fra Conte e Capello, forse ci stiamo interrogando troppo su come effettivamente giochi l’Inter e troppo...

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«Contropiedista sarai tu». Affascinati dalla diatriba fra Conte e Capello, forse ci stiamo interrogando troppo su come effettivamente giochi l’Inter e troppo poco su quale sia il suo vero valore. Tecnico e atletico. Sì, perché una volta dato atto a società e allenatore di avere costruito in pochi mesi una squadra persino sorprendente per efficacia (46 punti nel girone d’andata sono tanti), forse è utile andare a leggere meglio non solo come, ma anche contro chi questi punti sono stati conquistati. Si scopre così che pur avendo avuto la possibilità di affrontare in casa tutte e quattro le altre formazioni che hanno chiuso l’andata ai primi cinque posti, contro le avversarie dirette i nerazzurri ha conquistato soltanto 5 dei 12 punti disponibili: sconfitta con la Juventus, vittoria con la Lazio e pareggi con Roma e Atalanta. E a volere giudicare, oltre ai risultati, pure le prestazioni, si può notare che l’unico esito un po’ ingiusto è stato proprio il successo contro la Lazio, che a San Siro avrebbe meritato di più. Ciò significa che le difficoltà dell’Inter crescono con il crescere del valore delle rivali. Non è soltanto un’ovvietà. Peraltro, è proprio in questo tipo di partite che la tattica difesa e contropiede, se avesse ragione Capello e fosse davvero questo il modo di giocare dei nerazzurri, si dovrebbe esaltare di più. In realtà, l’idea base di Conte è un po’ diversa: gioco verticale e possesso palla ridotto nella metà campo avversaria sì, però non aspettando chiusi in difesa per poi ripartire, ma pressando alto per riconquistare rapidamente il pallone oppure costruendo l’azione con pazienza dal basso per attirare gli avversari e sorprenderli alle spalle.


GIOCO DISPENDIOSO

E’ un tipo di gioco molto dispendioso: si basa su una grande aggressività in tutte le zone del campo. Tanto dispendioso che quasi mai l’Inter riesce a reggerlo per novanta minuti. Contro l’Atalanta come contro la Juventus, così come era successo in Champions contro Barcellona e Borussia Dortmund, l’Inter tende a perdere il controllo della partita soprattutto nell’ultima mezz’ora di gioco, quando non ce la fa più. Non può essere un problema di preparazione: le squadre di Conte hanno sempre offerto un rendimento atletico eccellente. E’ più probabilmente un problema di peso: proprio nel senso dei chili e dei centimetri di altezza, carenti in un centrocampo a tre che spesso, per via della difesa a a cinque, contro le squadre più forti, si ritrova in inferiorità numerica. Difetti di qualità, tecnica e fisica, accentuati anche dal livello non eccelso degli esterni a tutta fascia. Difetti che però sono stati finora mascherati dal temperamento e dalla mentalità vincente che Conte è riuscito a trasmettere a tutti i giocatori e che consentiranno all’Inter di lottare ai vertici fino alla fine.
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Il Messaggero