Staffa, un quarto (posto) di nobiltà: «E' un grosso traguardo, da cui vogliamo ripartire»

Staffa, un quarto (posto) di nobiltà: «E' un grosso traguardo, da cui vogliamo ripartire»
Era arrivato novembre non senza qualche polemica. Se ne va (in vacanza) tra gli applausi e i consensi. Quella di Gianluigi a Civitavecchia è una di quelle...

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Era arrivato novembre non senza qualche polemica. Se ne va (in vacanza) tra gli applausi e i consensi. Quella di Gianluigi a Civitavecchia è una di quelle storie che solo il calcio sa regalare. Una storia fatta di “alti e bassi" che alla fine sfocia in stima e apprezzamento. D'altronde, Staffa, 52 anni una carriera doc come giocatore e una buona come allenatore, con la città di Civitavecchia ha sempre avuto un grosso feeling. «Sì, è vero. Fin da quando giocavo, questa piazza ha significato molto per me». Con la maglia nerazzurra Staffa ha vinto tanto, portando il club sul tetto del calcio dilettantistico vincendo campionato e coppa italia nazionale.


Quel tetto che, nei pensieri (non tanto reconditi) del tecnico e dell'attuale dirigenza, sono tornati a fare capolino. D'altronde, dopo il quarto posto ottenuto in questa stagione (che Staffa ha raddrizzato dopo che il Civitavecchia navigava nella zona-rossa della classifica) si può e si deve ripartire per fare meglio. «Aspettiamo a fare proclami o anche solo programmi. Godiamoci, per ora, questo quarto posto che, numeri alla mano, rappresenta tantissimo per questa squadra, che nel girone di ritorno ha proposto risultati da squadra prima in classifica».
Il merito è soprattutto dei calciatori, ovviamente, ma la mano di un tecnico come Gianlugi Staffa, è chiarissima. «Io dico sempre che i giocatori fanno gli allenatori. Devo ringraziare la società che a dicembre ha fatto un grosso sforzo stravolgendo la squadra, che non aveva disputato una prima parte di campionato brillante. Poi, è vero, ci ho messo qualcosa anche io, perché troppe volte abbiamo visto squadre piene di nomi finire con un pugno di mosche in mano…».

Il rammarico di Staffa, in questa stagione si chiama Simone, il figlio che gioca difensore centrale con il Grifone Monteverde. «Mi dispiace per la retrocessione. Noi Abbiamo vinto sul loro campo anche se quei punti non sono pesati alla loro classifica, ne hanno fatto troppo pochi al girone di andata, quando Simone non giocava...». Al di là del rammarico, la vicenda è una dimostrazione di come, in un finale di campionato in cui telefonate e whats up tra calciatori e dirigenti si sprecano, i valori sportivi riescono ancora a prevalere.


Staffa ora, si concederà qualche giorno di riposo, poi con il patron Arduini e il direttore sportivo si siederà intorno ad un tavolo per programmare la nuova stagione. Che sarà all'insegna di? «Di un miglioramento del quarto posto», spiega subito il tecnico nerazzurro. «Ripartiremo da quello, poi si vedrà se migliorare significherà terzo, secondo o primo posto...» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero