Roma, Spinazzola: il sorriso ad alta velocità. Mou lo aspetta, ma Ancelotti lo studia

Roma, Spinazzola: il sorriso ad alta velocità. Mou lo aspetta, ma Ancelotti lo studia
Leo corre, frena, riparte, tira, crossa, il cross diventa anche un assist, poi sorride. Sempre. Non sorride per le cose che fa, sorride perché sì, perché ce...

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Leo corre, frena, riparte, tira, crossa, il cross diventa anche un assist, poi sorride. Sempre. Non sorride per le cose che fa, sorride perché sì, perché ce l’ha dentro. Spinazzola si è preso l’Italia, quando molti pensavano che quel posto fosse in bilico, perché Emerson incalzava e, come spesso è accaduto, lui qualche problema fisico se l’è sempre portato appresso (dalla rottura del crociato, si sono scatenati molti problemi muscolari), anche nell’ultima annata in giallorosso. Quando Spina c’è, e sta bene, fa la differenza, si dice sempre: tre partite giocate, due terminate come man of the match. Ok, ma quante volte c’è? Questo è il problema, da sempre. Con la Roma, nell’ultima stagione, ha saltato quattordici partite, otto di queste nelle ultime nove di campionato, ovvero proprio a ridosso dell’Europeo. Ecco perché Emerson era pronto a mettere la freccia. Invece, Leo non ha smesso di sorridere e ha acceso il turbo: contro la Turchia, record di velocità stabilito, 33,8 km/h, non male.


SIRENE

Il migliore contro la Turchia, tra i top con la Svizzera e a riposo con il Galles, quindi rieccolo a testa alta a Wembley, nell’ottavo contro l’Austria. Affidabile. Prestazione sublime e assist a Chiesa. Sorrisi. Un calcio, quello di Spina, mai mostrato in carriera. Lui sottolinea che anche «il palcoscenico, quello dell’Europeo, è il top della sua carriera». Certo, se si riferisce all’Europa League appena disputata con la Roma o alla prossima Connference League, ha ragione, se invece ripensasse a qualche anno fa, ricorderebbe come fu protagonista in uno Juve-Atletico Madrid (marzo 2019), quello della rimontona, quando Allegri lo scelse a sopresa. Diciamo che i bianconeri aveva un ruolo marginale, in giallorosso no, anche se pure da queste parti ha vissuto momenti contraddittori: era stato praticamente ceduto all’Inter (che aveva chiesto un supplemento di visite mediche) nello scambio con Politano, nel gennaio del 2020. Ora lo osserva attentamente il Real Madrid di Carlo Ancelotti e non solo, pure in Premier chiedono di lui, lo stesso Chelsea che vorrebbe cedere Emerson. La Roma è attenta a ogni tipo di offerta, ma non vuole prendere in considerazione lo scambio con Borja Mayoral. Spina si sente titolare ma conosce l’importanza del gruppo, di tutti i ventisei azzurri. «Siamo tutti titolari. Tutti lo diciamo, siamo allo stesso livello, lo ha dichiarato anche il ct. È importante chi entra perché, come questa volta, può dare una mano». Lui però sta li, al suo posto. Anche nei quarti. Muscoli permettendo, chiaro.

 

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Il Messaggero