Spalletti, primo allenamento da ct dell'Italia: 4-3-3, triangoli a centrocampo e prove tattiche

L'ex Napoli si prepara all'esordio sabato prossimo contro la Macedonia del Nord

Spalletti, primo allenamento da ct dell'Italia
COVERCIANO - È cominciata ufficialmente questo pomeriggio l'era Spalletti. Il neo ct dell'Italia ha guidato il primo allenamento della Nazionale a Coverciano, in...

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COVERCIANO - È cominciata ufficialmente questo pomeriggio l'era Spalletti. Il neo ct dell'Italia ha guidato il primo allenamento della Nazionale a Coverciano, in vista delle partite di qualificazione ai prossimi Europei contro Macedonia del Nord (in programma sabato 9 settembre a Skopje) e con l'Ucraina il 12 settembre a Milano. Tutti presenti, compresi i giocatori impegnati ieri negli impegni con i propri club: l'interista Barella era regolarmente in campo nonostante la botta rimediata ieri contro la Fiorentina, mentre l'ultimo ad aggregarsi è stato Zaniolo, reduce dall'impegno che il suo Aston Villa ha giocato contro il Liverpool.

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L'allenamento

Spalletti ha riunito la squadra all'ombra, visto il gran caldo che si è abbattuto nel pomeriggio a Coverciano, e ha tenuto  un breve discorso alla squadra prima di cominciare l'allenamento: una decina di minuti di riscaldamento per tutto il gruppo, prima di dividere i giocatori in due formazioni. Il 4-3-3 rimane il modulo di riferimento, con il nuovo corso azzurro che si è aperto con prove di possesso, recupero palla e verticalizzazioni veloci. Questi sono stati i primi diktat di Spalletti che ha chiesto alle mezzali di accompagnare le azioni degli esterni per andare a riempire l'area di rigore.

Lavoro specifico anche per i portieri: Donnarumma, Vicario e Meret si sono allenati a parte con il preparatore Savorani, mentre Provedel è stato l'unico chiamato a difendere i pali dell'undici schierato contro la squadra attaccante. In mezzo al campo l'ex tecnico del Napoli ha poi disegnato due rettangoli, per fare in modo che i giocatori siano sempre attenti a mantenere le distanze tra loro e l'area di rigore, ma anche per garantire l'intensità necessaria e mantenere la squadra corta.

Non solo campo però. Ad assistere all'allenamento di oggi c'erano anche 16 bambine e bambini ucraini, che hanno potuto vedere da vicino i calciatori tra foto e autografi. Si tratta di rifugiati che sono stati costretti a lasciare il proprio Paese per la guerra ancora in corso e che, grazie alla fondazione Hope Ukraine, prima della seduta hanno potuto scoprire anche la storia del calcio italiano attraverso una visita guidata al Museo del Calcio, ammirando i cimeli esposti tra cui la coppa dell’ultimo Europeo vinto nel 2021.

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Il Messaggero