Sochi: Russia superstar, 33 medaglie Cerimonia di chiusura poetica

Sochi: Russia superstar, 33 medaglie Cerimonia di chiusura poetica
Cerimonia di chiusura 'made in Italy' allo stadio Fisht per i Giochi di Sochi, con una strizzatina d'occhio autoironica al flop nell'apertura dei cinque cerchi...

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Cerimonia di chiusura 'made in Italy' allo stadio Fisht per i Giochi di Sochi, con una strizzatina d'occhio autoironica al flop nell'apertura dei cinque cerchi olimpici all'inaugurazione, il ritorno della mascotte di Mosca 1980 e uno show poetico dedicato alla cultura russa: dalla letteratura alla pittura, dal teatro alla tradizione circense, dalla quale viene il regista e coreografo svizzero Daniele Finzi Pasca.




Il produttore artistico esecutivo, però, è il veneziano Marco Balich, che firmerà anche le cerimonie di apertura e chiusura delle Paraolimpiadi di Sochi dopo quelle dei Giochi di Torino, in attesa di fare il gran cerimoniere a Rio. «A differenza dello show visionario e muscolare dell' inaugurazione, incentrato sulla storia russa, stasera abbiamo voluto proporre un contrappunto emotivo, intimo, sognante dedicato alla cultura di questo grande Paese, nella convinzione che noi italiani possiamo interpretare questa parte dell'anima russa», ha detto Balich.



Insomma, l'altra faccia della medaglia, ma mantenendo il fil rouge dell'inaugurazione sotto gli occhi attenti di Putin e del presidente del Cio Bach: dopo la sfilata degli atleti, con Arianna Fontana (tre medaglie) portabandiera per l'Italia, torna la bambina volante Lubov (amore), questa volta insieme ai suoi nuovi amici Valentina e Iura, e insieme viaggiano su una barca come in un sogno attraverso la cultura russa, voltando le pagine della letteratura, godendosi la magia della sua pittura, ascoltandone la musica meravigliosa.



Ecco che spuntano le nuvole, con il duo di archi russo Bashmet-Samouil, e poi una luna che ricorda quelle di Chagall. E poi la musica di Rakhmaninov di 62 piani a coda che si muovono intorno a quello del talentuoso Denis Matsuev. Non manca la tradizione del balletto, con un duello tra i due maggiori teatri russi, il Bolshoi e il Marinski, che si sfidano con i loro corpi di ballo mentre spunta anche Diaghilev, il padre dei 'Ballets Russes'.



Nell'arena del Fisht si materializzano anche i sosia di 12 grandi scrittori e poeti russi con i loro scrittoi e alcuni indimenticabili personaggi delle loro opere: Tolstoi, Dostoievski, Gogol, Cechov, Akhmatova, Tsvetaeva, Maiakovski, Brodski, Solgenitsin, Pushkin, Turghenev, Bulkakov. Poetica l'immagine dei fogli dei loro libri che volano in aria.



Si scherza, come con i cinque cerchi formati da centinaia di danzatori, uno dei quali non si apre: ci voleva un italiano per indurre i russi ad ironizzare su se stessi. Come da tradizione, c'è il passaggio della bandiera olimpica alla città che ospiterà i prossimi Giochi, PyeongChang, Corea del sud, che si presenta con un breve video sulla sua storia millenaria accompagnato dal suono del gayageum, strumento tradizionale.



Nel finale torna la musica russa con un coro di centinaia di bambini diretti da Ghierghev: soffiano delle candeline e tengono delle mimose in mano, mentre Misha, l'orso mascotte delle Olimpiadi di Mosca del 1980, riemerge dal passato sovietico e spegne la torcia olimpica, chiudendo questa volta un cerchio storico per la Russia. Protagonista come non mai anche sul paino sportivo



Arriva nel bob a 4 la tredicesima e ultima medaglia d"oro per la Russia ai Giochi olimpici invernali di Sochi. Il quartetto russo ha completato le 4 manche con il tempo di 3"40«60, precedendo la Lettonia (3"40»69) di 0«09 e gli Stati Uniti (3"40»99) di 0«39. Solo diciottesima l"Italia staccata di quasi tre secondi.



Il quartetto russo ha completato le 4 manche con il tempo di 3'40«60, precedendo la Lettonia (3'40»69) di 0«09 e gli Stati Uniti (3'40»99) di 0«39. Solo diciottesima l'Italia staccata di quasi tre secondi.



La certezza, del resto, è arrivata già dopo la tripletta messa a segno nella 50 km di fondo vinta da Alexander Legkov. La Russia conquista il 13 ori e un totale di 33 medaglie con 11 argenti e 9 bronzi. Si tratta della migliore prestazione russa alle Olimpiadi invernali, anche dei tempi sovietici per numero complessivo di medaglie e a patri merito per ori (13 a Innsbruck nel 1976). Nella precedente edizione delle Olimpiadi, a Vancouver nel 2010, la Russia si piazzò all'undicesimo posto del medagliere con soli 3 ori all'attivo.



Più difficoltosa la situazione dell'italia che chiude al 22.mo posto con 2 argenti e 6 bronzi. «C'è delusione per l'oro non vinto, ma avevo detto che dovevamo fare meglio di Vancouver e così è stato: le previsioni sono state rispettate». Il presidente del Coni Giovanni Malagò fa così il bilancio ai Giochi di Sochi dell'Italia «Otto medaglie, e otto quarti posti - ha sottolineato Malagò - un record assoluto, il 100%. Ma abbiamo su 110 atleti in gara conquistato 58 finali».



Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Thomas Bach ha elogiato le «grandi» Olimpiadi invernali di Sochi, sottolineando il fatto che non ci sia stata una sola lamentela da parte degli atleti. Parlando a poche ore dalla cerimonia di chiusura Bach ha aggiunto che i riscontri di tutti i partecipanti sono stati «estremamente positivi» e che gli atleti «hanno amato» i siti di gare e le strutture. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero