Marquez spazza via le nubi a colpi di gas e le Yamaha ufficiali scoprono l’amaro retrogusto del baratro. Così parlò il venerdì di Silverstone, dove il Cabroncito ha...
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I LIMITI DELLA YAMAHA
Silverstone poi, con il suo lay-out da brivido ed un asfalto pieno di avvallamenti, è un circuito che mette a nudo timori e incertezze. E quando non ti senti la moto cucita addosso, la figura barbina è pressoché garantita: «Abbiamo un unico problema – tuona Lorenzo – qui la Bridgestone ha portato gli pneumatici d’inizio stagione e ci siamo ritrovati con tutti i limiti di cinque mesi fa». Limiti che sulla Yamaha generano una catena di Sant’Antonio: «Pensavo di essere competitivo, invece la moto non ha grip in frenata e nemmeno a centro curva – precisa Valentino - ci manca trazione in uscita, vibra tutto. Quindi viene a meno il feeling e la velocità di percorrenza è bassa. Abbiamo cercato di modificare la distribuzione dei pesi ma la direzione scelta si è rivelata errata». L’analisi del Dottore fa luce sul ritardo di 1.826 secondi, ma non su come risalire la china, dove l’unica soluzione attuabile, che dà il metro del disagio, è «provare dei settaggi completamente differenti per vedere se riusciremo ad essere più veloci».
I tempi. 1. Marquez (Spa) 2’02.126; 2. Bradl (Ger) +0.509; 3. Dovizioso (Ita) + 0.885; 7. Iannone (Ita) +1.227; 13. Rossi (Ita) + 1.826.
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Il Messaggero