ROMA Per tentare di navigare degnamente nei mari d'Europa, il calcio italiano ha deciso di sistemare la bandiera della tecnologia in cima alla barca. Così, a 24 giorni...
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LA CERTIFICAZIONE
Insomma, tutto sarà pronto per il 22 agosto, e nulla sarà lasciato alla debolezza dei ritardi. Come si diceva, va comunque registrato che l'Italia degli stadi (e non soltanto) si muove ad alterne velocità: per dirne alcune, quasi ultimato il perfezionamento dello Juventus Stadium e di San Siro, a metà del guado l'Olimpico (di Roma) e il San Paolo, ancora in versione embrionale il Matusa di Frosinone. Ma il panorama non preoccupa la Lega, perché le tre squadre di tecnici incaricate di installare fisicamente l'Occhio di falco hanno un programma ben scadenzato, e certo non dispongono del dono dell'ubiquità. Per intendersi, Lee Jones, il responsabile italiano della Hawk-Eye Innovations, la società che produce la tecnologia, il 1° luglio era a Verona, il 10 a Reggio Emilia e il 22 a Palermo. Una volta completati i lavori, la Fifa certificherà i sistemi e li autorizzerà per l'impiego: comincerà la prossima settimana. In sintesi, l'apparecchiatura consiste in sette telecamere posizionate in direzione di ogni porta: elaborate da un computer, le immagini saranno inviate all'orologio dell'arbitro via radio. Se il pallone supererà la linea, sul display dell'orologio apparirà la parola «gol». Quanto ai costi, oscilleranno intorno ai 2,2 milioni di euro l'anno, e saranno pagati dai club. Senza ragioni evidenti, resteranno in campo pure gli arbitri di porta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero