Serie A, Gravina: «Quarantena? Chiusa la fase critica ne ridiscuteremo con governo e Cts»

Serie A, Gravina: «Quarantena? Chiusa la fase critica ne ridiscuteremo con governo e Cts»
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«L'algoritmo? È stato sollevato molto rumore senza nemmeno conoscere di cosa si tratta. Non vogliamo chiamarlo così? Chiamiamolo criterio per la definizione delle graduatorie ispirato al merito sportivo». È quanto afferma il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in una intervista a'Il Mattino. «Se il campionato si dovesse fermare un'altra volta, non ritengo giusto, ad esempio, cristallizzare la classifica senza tenere conto delle gare che restano da giocare, con club che magari ne hanno giocate di meno rispetto ad altri. Sarà ispirato a un principio di equità e buon senso», conclude Gravina.


«La quarantena? Il mio auspicio è che l'Italia riesca a superare definitivamente la fase critica, a quel punto si potrà riaffrontare l'argomento con governo e Cts, che su questo aspetto ha sempre mostrato grande cautela».

«Al di là della dialettica interna, molto accesa, anche la Serie A è convinta della necessità della ripartenza. L'assegnazione della Coppa Italia sarà uno straordinario messaggio di speranza, un inno allo sport trasmesso in diretta mondiale. Rispettando tutte le misure di sicurezza assisterò alla finale». Parlando del ritorno al calcio giocato dopo le difficili settimane che ci lasciamo alle spalle, il n.1 della Figc aggiunge. «È una grande soddisfazione, è un risultato straordinario, per il calcio non per me stesso. Ho svolto con fatica e determinazione un compito in cui ho sentito forte il senso di responsabilità che il ruolo mi impone. Andare oltre gli interessi di parte è stato difficile ma necessario». «La polemica sui cialtroni e la scelta di non fare nomi? Non è importante accusare qualcuno piuttosto che un altro, ma dire le cose come stanno, perché negli ultimi mesi ci sono state fin troppo mistificazioni. È stato curioso leggere commenti stupiti da parte di chi fino al giorno prima scriveva e diceva le stesse cose che ho detto io. Comunque sono stati molti di più quelli che hanno capito e apprezzato», conclude.


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Il Messaggero