Fonseca e Inzaghi, brutti stop. E il Milan allunga

Fonseca e Inzaghi, brutti stop. E il Milan allunga
Era la serata di Dieguito a Napoli, una delle ultime partite al San Paolo che diventerà Stadio Maradona o Maradona Arena. Cattivi presagi, quindi, per i giallorossi...

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Era la serata di Dieguito a Napoli, una delle ultime partite al San Paolo che diventerà Stadio Maradona o Maradona Arena. Cattivi presagi, quindi, per i giallorossi sportivamente parlando. E infatti la squadra di Fonseca ha accusato un pesante passaggio a vuoto, perdendo nettamente dopo 16 risultati utili consecutivi (0-3 a tavolino di Verona a parte). L’ultimo stop il 5 luglio proprio a Napoli, ko che segnò l’addio alla Champions. A rendere più problematico il quadro, gli infortuni muscolari che fanno temere il ritorno dei soliti guai di organico.


L’Udinese ha svelato il bluff di Inzaghi. Alla vigilia il tecnico laziale alla domanda se, in vista del match di Champions mercoledì in Germania contro il Borussia Dortmund, aveva detto «nella mia testa non c’è il turnover, con cinque cambi non ci sono più distinzioni fra titolari e riserve». Una bugia detta a fin di bene, nelle speranze del tecnico. Il campo, contro una squadra friulana in palla, ha ribadito che nella formazione biancoceleste la distinzione fra i primi 11 e gli altri c’è ancora e si vede. Il primo tempo nel quale è maturato il risultato ha bocciato Fares, Cataldi e Parolo, lasciati infatti negli spogliatoi. E detto che qualcuno ha necessità di tirare il fiato come Patric. È rimasto a guardare Milinkovic, che evidentemente è alle prese con i postumi del Covid. Un tonfo, questo contro l’Udinese, che non pregiudica ovviamente la corsa alla zona Champions ma raffredda notevolmente gli entusiasmi che stavano rinascendo intorno alla Lazio.
In testa allunga il Milan, che batte abbastanza agevolmente la Fiorentina anche se Ibrahimovic era presente solo nelle vesti di tifoso causa infortunio. I rossoneri in serie positiva da ben 14 partite (dieci vittorie e quattro pareggi), sono ora a +5 sull’Inter seconda. Non è una fuga, ma gli somiglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero