«È un pò presto per dare un voto al Var ma quando si parla di impatto positivo e di interventi tutti esatti il voto credo sia altamente sufficiente. Siamo...
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Sul rischio di vedere un arbitro condizionato nel suo arbitraggio dal Var che potrebbe in parte deresponsabilizzarlo, Nicchi rassicura. «Sarebbe un errore clamoroso, non può accadere perché l'arbitro di personalità va in campo per arbitrare. Poi questo deve ovviamente portare tranquillità a chi arbitra perché in casi particolari, se c'è da rivedere una decisione, è tranquillo perché sa che se la sua decisione non è giusta c'è chi gli dice qual è quella da adottare. L'arbitro deve andare in campo come se non ci fosse il Var». «Ora c'è un altro passo importante da fare: c'è la possibilità a fine partita di parlare di calcio e non più di arbitri, moviole e scandali. Mi pare che non ci sia stata più una polemica -spiega il presidente dell'Aia-. Ci chiedono di velocizzare? Lo faremo. Questa volta è arrivato uno strumento che, se viene utilizzato bene, lascia tutti tranquilli». E su possibili novità future, tra cui l'introduzione del tempo effettivo, Nicchi conclude. «È dura dire si o no. Ne vale la pena? Se ci sono 10 interventi Var dico di si. Io spererei che non ce ne fosse bisogno, vorrebbe dire che il gioco è rimasto fluido». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero