Serie A, l'inadeguata dirigenza (nel) pallone

Serie A, l'inadeguata dirigenza (nel) pallone
In un’Italia in lotta per contenere e fronteggiare l’espandersi del Coronavirus, la Serie A ha confermato tutti i suoi limiti gestionali. I tempi delle decisioni,...

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In un’Italia in lotta per contenere e fronteggiare l’espandersi del Coronavirus, la Serie A ha confermato tutti i suoi limiti gestionali. I tempi delle decisioni, così come le soluzioni trovate per fronteggiare l’emergenza, appaiono evidentemente sbagliati e soprattutto inadeguati. Di certo è avvilente giocare senza pubblico, ma lo è ancor di più non giocare per nulla, soprattutto se il rischio è quello di avere un danno superiore. Se la salute dei cittadini, e quindi dei tifosi, viene prima di tutto, non può essere messa in totale secondo piano la regolarità del campionato. Tra polemiche e assenze di date per recuperare le partite, la Lega si è messa in difficoltà da sola dimostrando, ancora una volta, l’incapacità di pensare e lavorare per l’interesse comune, a vantaggio delle logiche di parte. Augurandoci che l’Assemblea straordinaria della Lega in programma mercoledì porti a conclusioni sagge e condivise, le due squadre romane sono tra le poche ad avere giocato regolarmente le partite. Per nulla scalfita dalle polemiche altrui e dal peso della classifica, la Lazio si è confermata matura e solida prendendosi la vetta; concentrata e determinata tira dritto verso la strada che porta allo scudetto. Pur soffrendo per i soliti sbandamenti difensivi, la Roma torna da Cagliari con più certezze. Oltre a rafforzare la classifica, l’Atalanta è al momento più vicina e le altre a distanza di sicurezza, Fonseca ha ritrovato la vena di Under, la qualità di Mkhitaryan e finalmente le reti di Kalinic.
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Il Messaggero