La problematica innescata dall’allungamento della stagione va a toccare la regolamentazione del periodo addizionale di due mesi rispetto alle statuizioni contrattuali...
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Partiamo dai contratti pluriennali
«La problematica pare risolversi nel fatto che il contratto nella sua parte retributiva, facendo riferimento genericamente alla stagione sportiva 2019/2020, potrebbe considerarsi prolungato sino al nuovo termine, spalmando la medesima somma per 14 mensilità al posto di 12. D’altronde, a rafforzare questa conclusione vi è il dato oggettivo che vede la prossima stagione sportiva, ridotta a 10 mesi, e ciò consentirebbe al calciatore di mantenere ferma la medesima retribuzione originariamente prevista.
E per i calciatori a scadenza di contratto 30.06 ?
«Poiché la società cessionaria non ha strumenti (normativi) per imporre al calciatore di restare nelle proprie fila sarebbe invece necessaria una rinegoziazione solo per il periodo addizionale».
Come ci si regola invece con il prestito di un calciatori straniero?
«Per i prestiti internazionali la Fifa, mediante la Linee Guida Covid 19, “auspica che i calciatori termineranno la stagione sportiva lì dove l’hanno iniziata”, anche perché un eventuale rientro del calciatore nella società originaria non gli consentirebbe comunque di scendere in campo, in assenza del Transfert che potrà essere rilasciato solo nella prima finestra utile di mercato».
E per i giocatori italiani ?
«Appare chiaro in questo caso che il calciatore potrà mantenere il proprio contratto prolungandolo in maniera speculare all’allungamento della stagione sportiva così come disposta dalla Federazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero