Serie A, compromesso sulla quarantena per giocare il campionato

Serie A, compromesso sulla quarantena per giocare il campionato
Finalmente ecco il protocollo per gli allenamenti di gruppo. Un parto lungo e difficoltoso. Soprattutto per i tanti dissidi tra i medici dei club che da sempre lo considerano...

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Finalmente ecco il protocollo per gli allenamenti di gruppo. Un parto lungo e difficoltoso. Soprattutto per i tanti dissidi tra i medici dei club che da sempre lo considerano «inattuabile». Da oggi le squadre lo avranno e potranno iniziare a forzare i ritmi. Meno tamponi, più test rapidi e sierologici così da venire incontro da un lato all’esigenza di non gravare sulle regioni in difficoltà e dall’altro a quella dei calciatori che avrebbero avuto qualche problemi nel fare un così alto numero di test con prelievo molecolare. Ma il compromesso più grande verso cui si va è quello della riduzione della quarantena. O isolamento fiduciario. Un passo fondamentale per tornare a giocare il campionato. Si ragiona con il Cts (lo si è fatto fino alla tarda sera di ieri) sul ridurre le due settimane di clausura forzata. Si dovrebbe scendere a una sola. Un primo via libera verso la quarantena per il solo contagiato. Anche perché dal 3 giugno chi entra in Italia dagli altri paesi europei non avrà più l’obbligo di quarantena. E intanto la serie A ha scritto le linee guida per partite e trasferte. Trentasei pagine. Per ora è solo una bozza, con tante parti scritte in rosso e che subiranno modifiche, ma la base del documento è solida. Come anticipato ieri da Il Messaggero la serie A ha prodotto un documento molto dettagliato. Memore dei problemi e degli errori commessi nella Fase 1 e 2, la Lega ha giocato d’anticipo. Riunioni frequenti in questi giorni visto che il protocollo visionato già da diverse squadre ha suscitato molti dubbi soprattutto da parte dei club “meno ricchi” che spenderanno più soldi e da quelli che hanno stadi affetti già da problematiche logistiche. Il documento con le modifiche sarà mostrato al governo nell’incontro del 28 maggio. 
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Il Messaggero