La serie A da psicanalisi: acquisti in panchina e voglia di riaccorciare il mercato

La serie A da psicanalisi: acquisti in panchina e voglia di riaccorciare il mercato
La serie A andrebbe invitata a consultare uno psicologo, a sdraiarsi sul lettino e schiarirsi le idee. Il ritorno del campionato era stato annunciato in pompa magna come la...

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La serie A andrebbe invitata a consultare uno psicologo, a sdraiarsi sul lettino e schiarirsi le idee. Il ritorno del campionato era stato annunciato in pompa magna come la riscossa del nostro torneo non ancora ai livelli di quello “più bello del mondo” che fu negli anni 80 e 90, ma tornato appetibile per giocatori di talento. Dopo il boom di Cristiano Ronaldo dell’anno scorso, infatti, le squadre italiane sono state protagoniste di una “corsa al riarmo” che fa ben sperare. Ma la prova del campo ha deluso nettamente le aspettative, visto che la prima giornata ha riproposto tutte facce note. Dalla Juventus, che a Parma ha lasciato fuori mister 70 milioni de Ligt insieme a Danilo e Rabiot (poi fatto esordire a una mezz’oretta dalla fine), al Milan con Giampaolo che a Udine ha rimescolato le carte del mazzo di Gattuso facendo sedere accanto a sé Bennacer, Krunic, Leao e Duarte. Per non parlare della Roma: fra infortuni e scelte tecniche quella vista contro il Genoa era la squadra rivista e corretta di quella costata il posto a Di Francesco più Pau Lopez e meno El Shaarawy e soprattutto Manolas. La Lazio partita a 200 all’ora? Aveva solo Lazzari volto nuovo al via. Gasperini ha fatto appena in tempo a scartare il regalo Muriel e a mandarlo in campo a Ferrara per fargli ribaltare con una doppietta la Spal, evitando un avvio flop per la sua Atalanta da Champions. E lo stesso Conte, che ha rigirato l’Inter come un calzino, ieri sera all’esordio ha proposto i soli Sensi e Lukaku. Per farsi valere i nomi nuovi avranno sicuramente tempo, quello che hanno in abbondanza i direttori sportivi per perfezionare le loro strategie. 

CLUB SCHIZOFRENICI

Dal 1° luglio, giorno di apertura ufficiale delle trattative, il mercato si chiuderà alle ore 20 di lunedì prossimo. Per molti addetti ai lavori - presidenti, ds e allenatori - è un tempo eccessivo: «Mercato troppo lungo, così è un’agonia». «È solo un baraccone». «Sbagliato giocare le prime due giornate con le trattative aperte». La materia da psicoterapeuti è proprio questa: l’anno scorso il mercato italiano chiuse alla vigilia della prima giornata di campionato, uniformandosi a quanto avviene da sempre in Inghilterra. La scorsa primavera, però, il dietrofront della Figc con l’annuncio del presidente Gravina: «Il mercato estivo sarà aperto dal 1° luglio al 2 settembre, quello invernale dal 2 al 31 gennaio 2020. Date in linea con le altre federazioni». Marcia indietro decisa su richiesta della Lega di serie A, ovvero da chi oggi si lamenta. Il motivo? Consentire ai club italiani di rimediare in caso di “razzie” di giocatori da parte di club stranieri. Sarà per questo allora che a mercato aperto le big hanno nascosto in panchina i loro nuovi gioielli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero