Sergiy Stakhovsky, la star del tennis ucraino si arruola con l'esercito: «Dovevo farlo, altrimenti mi sarei sentito in colpa»

Sergiy Stakhovsky, la star del tennis ucraino si arruola con l'esercito: «Dovevo farlo, altrimenti mi sarei sentito in colpa»
Non è il primo caso di sportivo ucraino che in questi giorni di guerra ha deciso di impugnare le armi e, con molta probabilità, non sarà neppure l'ultimo....

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Non è il primo caso di sportivo ucraino che in questi giorni di guerra ha deciso di impugnare le armi e, con molta probabilità, non sarà neppure l'ultimo. La star del tennis Sergiy Stakhovsky, 36 anni - di Kiev, appena ritiratosi dal professionismo, si aggiunge infatti alla lunga lista di atleti che ha scelto di impugnare le armi e arruolarsi per combattere l'invasione russa nel proprio paese. 

Intervistato dalla tv ABC News, ha commentato la sua scelta dicendo che «ho solo avuto questa forte sensazione di doverlo fare». Era in vacanza a Dubai con la sua famiglia nel momento in cui l'esercito russo ha dato il via all'invasione dell'Ucraina e, per sua stessa ammissione, la volontà di arruolarsi è stata istantanea, diventando membro dei riservisti dell'esercito: ora si trova a Kiev, la capitale, con il difficile compito di impedirne la presa.

Una decisione immediata ma non per questo meno sofferta, dovendo lasciare la moglie e i bambini piccoli: «Non ho davvero detto addio ai bambini. Li ho appena salutati e ho detto che tornerò subito. Stavano guardando cartoni animati e leggendo libri, senza prestare molta attenzione». «Con mia moglie non abbiamo avuto una discussione aperta al riguardo - aggiunge -. Ma lei aveva quella sensazione e anche io non volevo sollevare l'argomento troppo presto, eravamo in vacanza. In questo momento, è qualcosa che capisce e ha accettato e spero di avere la possibilità di chiedere perdono di persona».

«Attraversare il confine è stata una scelta difficile perché sapevo che era il punto in cui, sai, non si torna indietro», ha ammesso. «Ma guidare attraverso l'Ucraina, guidare attraverso il paese, vedere tutte le persone entrare in gruppi, fare le proprie unità di resistenza con fucili da caccia, barricare le strade, è davvero fonte di ispirazione».

«Si tratta di una delle decisioni più difficili della mia vita. Se fossi rimasto mi sarei sentito in colpa per aver lasciato mio padre e mio fratello in Ucraina», ha concluso.

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Il Messaggero