Il silenzio al triplice fischio del nostro Nicola Rizzoli è assordante. Anche la voce che dall'altoparlante annuncia i gol della Serbia sembra sull'orlo del pianto,...
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Le uniche notizie, fortunatamente sono arrivate dal campo. All'uscita tutto è filato via tranquillo, qualche insulto agli odiati rivali serbi ma nulla di più. Le tristi immagini della gara d'andata restano un brutto ricordo. Si è giocato in uno stadio “militarizzato” e messo in sicurezza da elicotteri, 1800 poliziotti, centinaia di agenti speciali e decine di cecchini posizionati sulla strada blindata, e chiusa al traffico, che collega Tirana alla Elbasan Arena. I tifosi albanesi sono stati perquisiti accuratamente uno ad uno. Biglietto e documento ben in vista. Tutti schedati. Se un anno fa fu vietata la trasferta a Belgrado ai tifosi albanesi, ieri sera, a Elbasan, non c’erano spettatori serbi a eccezione di 70 studenti parte di un programma bilaterale che tende a promuovere tramite i giovani l'amicizia fra i due Paesi. Assente il primo ministro serbo Aleksandar Vucic. Fischi assordanti dei tifosi albanesi quando la Serbia è scesa in campo per il sopralluogo del campo. I giocatori però hanno dato subito un messaggio positivo abbracciandosi prima del fischio d’inizio. Nel derby più acceso che mai c’è anche un tocco d’Italia. Arbitro del match Rizzoli. Un bacio al pallone poi il fischio d’inizio con il fiato sospeso. Tanta tensione, un finale pirotecnico ma tutto si è concluso nel rettangolo di gioco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero