Se il calcio non cambia da solo è giusto lo faccia il governo

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Il calcio giocato e l'emotività dei risultati non possono e non debbono far dimenticare neanche per un istante la gravità della vicenda Lotito. Peccato sarebbe decisamente...

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Il calcio giocato e l'emotività dei risultati non possono e non debbono far dimenticare neanche per un istante la gravità della vicenda Lotito. Peccato sarebbe decisamente meglio discutere della crisi della Roma, delle prestazioni di Parma e Cesena, della reazione della Lazio o della risalita dell'Inter. In Italia accade spesso che, dopo lo scalpore e l'indignazione, tutto passi poi in cavalleria, con il pallone poi è un classico. Questa volta no, almeno dobbiamo augurarcelo. Il calcio è un patrimonio significativo di questo paese, in senso economico oltre che di sentimenti. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti e parte in causa. Anche chi governa il paese, non può sottrarsi dal compito. Il rinnovamento e il cambiamento della nostra Italia passa anche da qui.




È bene mettere in chiaro che sarebbe un grave errore ritenere il presidente della Lazio l'unico male o il problema del calcio italiano. Il ruolo di Lotito è figlio di un sistema che non funziona. Il silenzio dei presidenti venerdì scorso e le dichiarazioni di Beretta, sono la prova che il male si annida nella Lega. Se Lotito ha ottenuto potere, se gli si permette di agire e pensare come il deus ex machina del calcio italiano, lo dobbiamo proprio ai suoi cari colleghi presidenti. Questi hanno solo badato, e continuano a farlo, ai propri interessi. Uniti in piccole o grandi coalizioni a secondo del proprio tornaconto, mai per il bene comune. Non deve quindi meravigliare che questo tipo di potere e il modo di esercitarlo si estendano dalla Lega anche in Federazione. Chi dissente e vuole sottrarsi dalla morsa di tutto questo deve uscire allo scoperto. Il silenzio è conferma di colpevolezza. Al momento si registrano le prese di posizione della Roma con Baldissoni, della Juventus con Marotta e della Fiorentina con Andrea Della Valle. Oggi la tanta attesa riunione di Lega Pro e a giorni l'indagine della procura Federale ci daranno le prime indicazioni sull'aria che tira. Il vento deve cambiare.

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Il Messaggero