Scudetto Napoli, Osimhen è in gabbia: Olivera crea l'illusione, ma Dia rovina i piani. La festa è rinviata

In un Maradona stracolmo e pronto a esplodere il Napoli non riesce a superare la Salernitana: 1-1

Scudetto Napoli, Osimhen è in gabbia: Olivera crea l'illusione, ma Dia rovina i piani. La festa è rinviata
L'urlo resta strozzato in gola. Lo stadio Maradona è campione d'Italia per ventidue minuti. Il colpo di testa di Olivera accelera il battito dei cuori dei 50mila,...

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L'urlo resta strozzato in gola. Lo stadio Maradona è campione d'Italia per ventidue minuti. Il colpo di testa di Olivera accelera il battito dei cuori dei 50mila, pronti ad accompagnare il Napoli verso una notte infinita. Ci sono i cori: "Vinceremo il tricolore". Ed ancora: "I campioni dell'Italia siamo noi", ma il copione della festa di Napoli viene rovinato all'improvviso.

Dia, l'attaccante della Salernitana che ha rimandato la festa scudetto del Napoli: «Da ragazzo facevo l'elettricista»

 

Lo fa Boulaye Dia, 26enne attaccante senegalese, in prestito dal Villarreal. Tunnel ad Osimhen e sinistro quasi all'incrocio che zittisce Fuorigrotta e un'intera città che piomba in un silenzio quasi irreale. Nessun dramma, ovviamente, la festa è solo rinviata e probabilmente bisognerà aspettare la trasferta di giovedì alla Dacia Arena con l'Udinese o addirittura mercoledì sera senza scendere in campo. Resta un pizzico di amarezza perché Napoli avrebbe voluto celebrare al Maradona il terzo scudetto della storia.

 


LA STRATEGIA
La scenografia sembra giusta, ma la Salernitana non ci sta proprio al ruolo di comparsa. I granata, forse motivati dallo spostamento della gara, giocano una gara di grande sacrificio. Paulo Sousa ha un solo modo per provare a neutralizzare il Napoli: fa come l'Hellas Verona. Abbassa tantissimo le due linee di difesa e centrocampo e toglie la profondità a Victor Osimhen, ben controllato dal terzetto arretrato granata. Gli azzurri hanno il pallino del gioco ma riescono ad incidere poco. La difficoltà realizzativa è un trend dell'ultimo periodo. Il Napoli comunque è pericoloso con Osimhen che sfiora di testa il vantaggio. Ochoa è attento e dice no al numero 9 azzurro. Un'altra arma preziosa potrebbe essere il tiro dalla lunga distanza. Zielinski ce l'ha, ma non lo usa, allora ci prova Anguissa. L'esito è lo stesso di prima. Ochoa è attento. Il tema tattico della ripresa cambia poco. L'iniziativa è sempre del Napoli che cerca di velocizzare la manovra. Lozano lotta a destra senza trovare spunto, Kvaratskhelia ha più spazio rispetto al primo tempo, gli manca però un pizzico di precisione. Riesce anche a saltare un paio di volte Mazzocchi (che lo controlla bene assieme a Bradaric) senza incidere davanti ad Ochoa. Spalletti non è soddisfatto della manovra e decide di cambiare dopo un quarto d'ora. Entrano Elmas e Raspadori. La mossa è giusta. Jack si piazza dietro Osimhen, Elmas fa l'esterno e garantisce più dinamismo di Lozano.

 


LA MOSSA GIUSTA


Il Napoli trova il vantaggio dopo appena due minuti. Raspadori pennella la traiettoria giusta per Olivera che di testa firma l'1-0. Esplode il Maradona. La vittoria vuol dire scudetto con sei giornate d'anticipo. Paulo Sousa non ci sta e prova ad aumentare il peso specifico davanti: entra Piatek per Vilhena. Il Napoli avrebbe spazio per colpire. Kvaratskhelia ha ancora una volta la possibilità di chiudere i conti ma il raddoppio non arriva. E' la Salernitana allora a rinviare la festa scudetto. Il merito è di Dia, il giocatore più importante dei granata. Supera Osimhen con un tunnel, ha spazio davanti (Olivera è uscito dopo l'ammonizione, Jesus non è sulle sue tracce) e di sinistro indovina la traiettoria giusta che brucia Meret e vale l'1-1. Il Napoli non ci sta e si riversa in avanti. Raspadori perde l'attimo giusto e allora nei minuti finali tocca pure a Giovanni Simeone per cercare il gol dello scudetto. Gli animi si accendono, Paulo Sousa viene espulso per proteste, ma la Salernitana conquista senza problemi il pareggio. I giocatori azzurri sono delusi, ma dura poco. Lo scudetto è un dato di fatto, va soltanto conquistato matematicamente. L'appuntamento è giovedì alla Dacia Arena. Il calcio d'inizio è alle 20.45, ma si sta pensando di anticipare la partita di un paio d'ore (l'ipotesi è le 18).
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Il Messaggero