Scommesse, Abodi: «Lavoriamo per una carta dei doveri. I calciatori sono consapevoli dei rischi»

Il ministro dello Sport ha parlato dello scandalo che sta investendo il calcio italiano

Scommesse, Abodi: «Lavoriamo per una carta dei doveri. I calciatori sono consapevoli dei rischi»
L'ennesimo caso di scommesse legate al calcio sta investendo il mondo del pallone. Dello scandalo che (finora) riguarda Fagioli, Tonali e Zaniolo ha parlato il ministro dello...

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L'ennesimo caso di scommesse legate al calcio sta investendo il mondo del pallone. Dello scandalo che (finora) riguarda Fagioli, Tonali e Zaniolo ha parlato il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «Lavorerò, confrontandomi con altri colleghi e il mondo dello sport, per l'elaborazione di una carta dei doveri, nella quale doping, scommesse illecite e visioni di trasmissioni su piattaforme pirata siano esplicitate in un atto che ogni tesserato, soprattutto di sport professionistici, dovrà sottoscrivere, perché evidentemente quello che recitano i contratti e i codici etici non bastano. Ci vuole un'ulteriore presa di coscienza e assunzione di responsabilità, individuale e di sistema».

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«Quello che mi preoccupa», ha continuato il ministro a margine dell'evento Tennis&Friends al Foro Italico, «non è che siano solo giovani, ma che appartengono a un contesto che non possiamo considerare disagiato, anzi, esattamente il contrario. Intanto ora siamo a tre, vediamo cosa succede e quanti sono. Ma c'è un problema di fondo che è rappresentativo di un problema diffuso che forse non è stato analizzato efficacemente. Il discrime, intanto, è tra gioco legale e illegale».

Poi ancora: «Il gioco legale è tracciabile. L'illegale no. Il gioco legale è contingentato, quello illegale no. Quello legale per la sua tracciabilità avviene attraverso un conto corrente o una carta di credito, quello illegale in contanti. Non possiamo neanche dire che sia mancata la responsabilizzazione, perché sia la Serie B, a partire dai sette anni di mia presidenza, sia la Serie A e la Lega Pro, prendendo spunto dalla nostra esperienza, fanno corsi di formazione per le prime squadre e i settori giovanili, proprio per informare i tesserati dei rischi, spiegando ai tesserati che non possono scommettere, né legalmente, né tantomeno illegalmente». Il ministro ha poi concluso: «Gli spieghiamo i rischi che si corrono, quindi non c'è quell'ignoranza che la norma comunque non ammette, perché c'è una formazione che però forse o non è stata convincente o è stata trascurata»

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Il Messaggero