Sci, riecco Sofia: con la Goggia è grande Italia sulla neve

Sci, riecco Sofia: con la Goggia è grande Italia sulla neve
di starsene ferma ad applaudire i trionfi delle colleghe Sofia Goggia non aveva più voglia. Lo aveva fatto certamente per spirito di gruppo, ma sotto sotto la bergamasca...

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di starsene ferma ad applaudire i trionfi delle colleghe Sofia Goggia non aveva più voglia. Lo aveva fatto certamente per spirito di gruppo, ma sotto sotto la bergamasca covava il botto anche in prima persona. C’è riuscita ieri sulla Oreiller-KIlly, imponendosi nella discesa bis della Val d’Isere, dopo aver già assaggiato il podio venerdì col secondo posto alle spalle dell’elvetica Suter. La rossocrociata si è dovuta accontentare stavolta del piazzamento di rincalzo, staccata di 24 centesimi, mentre a completare il podio è stata ancora una volta la statunitense Breezy Johnson. Non c’è due senza tre, quindi, in casa Italia. Agli squilli in gigante di Marta Bassino e Federica Brignone, fa seguito l’acuto di Sofia Goggia in libera, specialità nella quale è olimpionica in carica. Erano dodici mesi che la ventottenne delle Fiamme Gialle non calpestava il gradino più alto (Super-G di St. Moritz a dicembre 2019), addirittura ventidue che non si imponeva in discesa visto che l’ultima sua vittoria nella disciplina più veloce del circo bianco era stata nel febbraio 2019 a Crans Montana. 


CHIRURGICA
«Sono molto contenta di essere tornata a vincere, non era scontato perché ho patito un po’ i dolori per il numero che avevo fatto venerdì per rimanere in piedi. Sono stata costretta a ricorrere a un’iniezione di antidolorifico, ma quando sale l’adrenalina in gara, non senti più niente». Per acciuffare l’ottava gemma della carriera in Coppa del mondo, la quinta in libera, Goggia ha dovuto attendere quasi un’ora, essendo scesa col pettorale numero 3: «Pensavo che il mio tempo non sarebbe bastato quando ho tagliato il traguardo, invece le linee scelte soprattutto nella parte bassa hanno pagato. Sono stata chirurgica. Ho corso proprio con la testa, cercando di partire bene sin da subito pur sapendo che la parte iniziale non era il mio forte». Nella discesa di venerdì aveva forse sfoderato un atteggiamento migliore («Ma ero andata oltre il limite»), nella replica è stata più composta: «Ho sciato meglio dal punto di vista tecnico». Chissà se a metterle ancora più voglia sia stato il fatto che la compagna-rivale Federica Brignone non si sia presentata al cancelletto di partenza per i postumi della botta del giorno prima. Fatto sta che il mondo di Sofia è ancora tutto da esplorare: «Rimango in modalità work in progress, pertanto ogni giorno è un passettino in più sul percorso che mi porterà fino a marzo. Intanto cerco di godermi la vittoria, per poi concentrarmi sul supergigante e chiudere alla grande questo bellissimo fine settimana». 


Nell’odierno superG punterà a migliorare anche Marta Bassino, che ieri ha semplicemente studiato il tracciato, senza attaccare. Brignone invece cercherà un recupero in extremis, per non perdere altri punti da Petra Vlhova, leader della generale. In classifica Bassino è quarta a 152 punti dalla slovacca, Goggia quinta a 159 lunghezze di distacco e Brignone sesta a meno 177. Le nostre tre punte sono racchiuse in un fazzoletto, circostanza che sicuramente le spronerà a fare meglio, perché ognuna ha voglia di emergere in un gruppo altamente competitivo. La caratteristica della nuova valanga rosa è propria questa: le tre prime donne sono sullo stesso piano e ogni week-end le luci della ribalta illuminano un volto diverso. 

SUPER PELLEGRINO


Sotto i riflettori è finito ieri anche il fondista Federico Pellegrino, che si è imposto nella sprint a tecnica libera di Dresda, bissando il successo ottenuto otto giorni prima a Davos. Due su due quindi per Chicco, che ha capitalizzato come meglio non poteva l’assenza degli scandinavi. Il valdostano è adesso in testa alla classifica di specialità e oggi potrebbe incrementare il bottino nella sprint a coppie, prima di concentrarsi sull’avvio del Tour de ski, previsto a Capodanno proprio con una sprint. 

 

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Il Messaggero