«Mi dispiace per lei. Se sarò chiamato a Losanna per testimoniare io ci andrò senza problemi». Lo ha detto il marciatore Alex Schwazer in merito alla posizione della sua ex...
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Schwazer, nella sede della Fnsi, ha presentato oggi la sua seconda vita sportiva mirata a scrollarsi di dosso l'ombra del doping. Il marciatore ha scelto di avere al suo fianco Sandro Donati, consulente Wada e allenatore in prima linea nella guerra al doping.
La sfida. «Voglio gareggiare e sfidare il cronometro dando all'opinione pubblica la possibilità di valutarmi e per far sì che se andrò forte non si dubiti delle mie prestazioni. Voglio tornare ad essere credibile. Paura? Troverei molto peggio finire così».
La collaborazione con Donati. «Il progetto è nato da una mia volontà, non credo che a un atleta pulito faccia piacere quando rientra un dopato. È nata da qui la mia volontà che va oltre a quanto già si fa oggi a livello antidoping. Il primo nome che mi è venuto in mente è stato quello di Donati che mi ha anche criticato duramente in passato. Non avrei sinceramente pensato che saremmo arrivati qui, lo ringrazio per aver accettato e avermi dato fiducia. Direi una bugia se dicessi che sarei tornato lo stesso. Fare 270 km a settimana sapendo che se vai male tutti dicono che succede perché non ti dopi più non mi avrebbe dato le motivazione per ritornare. Siamo solo all'inizio ma questo è un progetto importante in cui metterò la mia totale disponibilità».
Lotta al doping. «Con il professor Donati abbiamo detto che ci sono tante cose a livello antidoping in più da fare, il problema è volerle fare. Noi metteremo in pratica tutte queste idee. Spero che facendo tutte le cose per bene possa passare il messaggio che si può andar forti senza doping». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero